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ESCLUSIVA – Rizzitelli: “Milan, assurdo pensare alla Champions. Piatek? Se la squadra non gira…”

L'ex bomber è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni

Redazione Il Milanista

Di Simone De Bari

MILANO - I microfoni della nostra redazione hanno intervistato, in esclusiva, l'ex attaccante Ruggiero Rizzitelli, il quale ha parlato dei principali temi d'attualità del calcio italiano e, in particolare, del Milan.

Come giudica l'andamento del campionato dopo tredici giornate?

"Forse il Napoli sta deludendo le aspettative, perché ce lo aspettavamo nelle zone altissime della classifica. Era prevedibile che l'Inter, con Conte, desse fastidio alla Juventus, ma la sorpresa maggiore è vedere il Napoli soltanto al settimo posto".

Chi vede favorito per la Champions League?

"Il Napoli secondo me rientrerà, una volta che avrà risolto i problemi non solo sul campo. Poi ci sono anche Lazio, Atalanta e Roma. Queste quattro squadre si giocheranno fino alla fine il terzo e il quarto posto".

Del Milan che ne pensa?

"Non ha una squadra che possa ambire alla Champions, ma non me l'aspettavo nemmeno al dodicesimo posto. Di sicuro sta facendo meno del previsto, però all'inizio della stagione sentivo dire da alcuni addetti ai lavori che i rossoneri erano candidati al quarto posto. Secondo me è una squadra da Europa League, non di più".

Da ex attaccante, si aspettava tutte queste difficoltà da parte di Piatek?

"Da lui non ci si può aspettare che salti l'uomo o faccia gli assist. Per esaltare le sue caratteristiche devi fare la squadra per lui: è il classico centravanti che va servito in un determinato modo e, per riuscirci, serve una squadra che che giochi per lui. Quando le cose non vanno bene Piatek non può fare la differenza, perché ha bisogno costantemente del supporto della squadra. In questo momento il Milan è in difficoltà e lui ne risente maggiormente, perché non riceve il giusto contributo dai compagni. Non è un attaccante che possa far gol attraverso un'azione personale, quindi se non viene servito a dovere dentro l'area va in grande affanno".

L'eventuale ritorno di Ibra farebbe comodo?

"Ibra è utile sempre. Il problema è che la società ha dichiarato di voler puntare sui giovani, non a caso il Milan ha una rosa giovanissima. Prendere un trentottenne significa rimangiarsi tutto. Inoltre, Ibrahimovic è abituato a vincere e in questo momento il Milan non vince. E' difficile immaginare Ibra in una squadra che naviga a metà classifica".

Con l'arrivo di Pioli in panchina, al posto di Giampaolo, la media punti si è persino abbassata. Forse il problema non era l'allenatore, ma si poteva fare qualcosa di più sul mercato...

"Questo è poco ma sicuro. Qualcuno diceva che questo Milan poteva lottare per la Champions, ma era assurdo anche pensarlo. Il Milan ha buoni giocatori, ma non grandi fuoriclasse, a parte il portiere. Faccio fatica a trovare nel Milan elementi in grado di fare la differenza. Da questo organico non ci si può aspettare molto di più: è stato un errore, all'inizio, far credere alla gente che questa squadra potesse ambire alle prime posizioni della classifica".

Le prossime due partite saranno in trasferta, contro Parma e Bologna: quanto sono pericolose?

"Sono due partite insidiosissime. Il Milan prima si tira fuori da questa situazione, meglio è. Altrimenti le cose si mettono malissimo, anche perché i giocatori del Milan, a differenze per esempio di Parma e Bologna, non sono abituati a lottare per salvarsi. Se io sono abituato a lottare, so che ogni partita, fino a fine campionato, è una battaglia in cui devo dare tutto. Quando si lotta per la salvezza non si può giocare di tacco e punta. Il Milan invece non ha l'abitudine a navigare in quelle zone della classifica, quindi se sbaglia le prossime due partite si ritrova in una situazione davvero delicatissima, con giocatori non predisposti alle battaglie fisiche che servono per tirarsi fuori dalle posizioni inferiori della classifica. La speranza, quindi, è che la squadra di Pioli cominci a risalire il prima possibile".