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Sacchi: “Pioli grande lavoro, da tattico ora è uno stratega”

Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan
Per lo speciale del Corriere della Sera uscito oggi sull’Euroderby di Milano tra Milan e Inter, Arrigo Sacchi ha detto la sua opinione...
Redazione Il Milanista

Per lo speciale del Corriere della Sera uscito oggi sull’Euroderby di Milano tra Milan e InterArrigo Sacchi ha dedicato un approfondimento allo stato di forma delle due squadre e dei due allenatori: chi andrà in finale di UEFA Champions League?

“Ci arriva meglio l’Inter, a questo derby di Champions. Nelle ultime settimane il Milan non ha giocato al suo livello, mentre i nerazzurri sembrano essersi lasciati il peggio alle spalle e hanno ritrovato la loro solidità. Ma c’è comunque grande equilibrio in questa semifinale. La certezza è che, per arrivare in finale, il Milan dovrà giocare da Milan. Quindi con il collettivo, che è poi la chiave che ha permesso di vincere lo scudetto l’anno scorso. Sinergia, compattezza, collaborazione fra i reparti. Vanno ridotte le distanze, per agevolare raddoppi e accelerare il recupero palla: le linee devono essere strette, massimo 20-25 metri, non 50 come è successo troppe volte ultimamente. Serve correre in undici: solo così si esalta la qualità dei singoli. Esattamente come è successo nella doppia sfida ai quarti con il Napoli. Pioli ha fatto un grandissimo lavoro in questi anni: prima era un tattico, oggi sta diventando uno stratega. Sun Tzu, nell’Arte della guerra, scriveva che un tattico quando incontra uno stratega è spacciato”.

Sacchi su Pioli e Inzaghi

“Oggi tutti i grandi allenatori sono strateghi, non tattici. Qualche volta però a Stefano capita di ricascare nelle vecchie paure. Come nella partita d’andata in campionato, con la Roma, quando tolse un centrocampista per mettere un difensore: dal 2-0 finì 2-2. Stefano deve difendere le sue idee fino in fondo, senza paure, solo così il suo Milan può continuare a evolvere. E solo così può pensare di battere l’Inter e passare il turno. Niente tatticismi, bisogna puntare ad avere il dominio del gioco, fin dall’inizio. Coraggio, innovazione, conoscenza: questo è nel dna del Milan, fin dai miei tempi. L’Inter è forte, sta bene, ma Inzaghi punta troppo sul singolo, sul giocatore. Deve capire che il calcio va rinnovato sempre. Bisogna evolvere”.

“Ad ogni modo, indipendentemente da come finirà, il fatto che ci siano due nostre squadre in semifinale è la prova che qualcosa sta migliorando nel nostro movimento. Una crescita che non è casuale. Le piccole squadre stanno dando l’esempio: cercano la vittoria attraverso il gioco. Stanno mandando un messaggio anche alle grandi, gli effetti si vedono. Chi andrà in finale fra Milan e Inter, poi può vincere. A patto di giocarsela a testa alta. Con le idee. E senza paura”.