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Oliveira su Openda: “Prima punta atipica, segna tanto: è pronto per il salto”

Loïs Openda
L'ex attaccante brasiliano, naturalizzato belga, ha parlato a La Gazzetta dello Sport del centravanti classe 2000, che è nel mirino del Milan
Redazione Il Milanista

Il Milanè alla ricerca di una punta e uno dei nomi più caldi è quello di Lois Openda, attaccante belga del Lens. Di lui ha parlato Luis Oliveira, ex attaccante brasiliano, naturalizzato belga, con un passato in Serie A, in un'intervista a La Gazzetta dello Sport. Il giudizio su Openda: "È una prima punta atipica, non ha un gran fisico ma segna molto. È abile, veloce, bravo nel dribbling, freddo davanti alla porta. È pronto per il grande salto. Fa bene il Milan a cercare giocatori giovani e di qualità, che possano assicurare un grande futuro".

Il belga sembra pronto per il salto in Italia: "Dalle informazioni che ho, sì. Poi è normale prevedere un periodo di adattamento, specie per gli attaccanti. Nel mio primo anno in Italia, a Cagliari, ho segnato solo sette gol. Dovevo capire il campionato italiano, i movimenti, il diverso tipo di atteggiamento e le nuove disposizioni tattiche. Ero un ‘dribblomane’, mi sono dovuto limitare per favorire il gioco di squadra. È una sfida con te stesso: Openda mi sembra cattivo a sufficienza per vincerla. I giocatori belgi, per indole, sono piuttosto freddi. Ha già giocato e segnato anche con la nazionale, conosce i grandi palcoscenici internazionali. E vale anche guardando la questione dall’ altra inquadratura. Se il Milan, che è uno dei club più importanti al mondo, lo ha messo in cima alla sua lista, vuol dire che ha tutte le doti per emergere anche in Serie A. E allenandosi con altri campioni potrà completarsi".

Oliveira poi ha parlato anche di De Ketelaere: "Dicevo prima della nostra ‘freddezza’. Dall’anno prossimo anche Charles potrà sbloccarsi ed essere meno introverso. Lo spero per lui e per il Milan. Forse hanno avuto un po’ fretta nel portarlo a San Siro dopo una sola vera stagione da fuoriclasse in Belgio. Un po’ poco, era necessaria una controprova. Lì giocava con meno pressioni: puoi fare bene una partita e sbagliare quella dopo senza che nessuno dica qualcosa. Al Milan non è più possibile, devi essere al meglio sempre, non solo in partita, ma anche in allenamento. È in questo che deve fare uno scatto".