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Milan, senti Zbigniew Boniek. “Napoli favorito ma…”

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Per l'ex giallorosso Boniek il favorito quest'anno è il Napoli. Esalta Spalletti e due uomini chiave. Kvaratskhelia e Kim: "Un'altra categoria..."

Redazione Il Milanista

L'ex calciatore Zbigniew Boniek dice "Napoli". La squadra di Luciano Spalletti è quella che secondo lui è la favorita quest'anno alla vittoria del titolo di Campione d'Italia. E spiega perché.  Secondo lui: "Spalletti mi piace e m’incuriosisce: concreto, di poche parole, sa che cosa chiedere alla squadra. Lo vedo però come vincitore del premio il prossimo anno, quando avrà conquistato lo scudetto. Al Napoli possono essere scaramantici quanto vogliono, ma io lo dico: hanno un grande vantaggio, una proposta di gioco e nessuno che li insegua con la sufficiente continuità. Possono vincere anche la Champions". E continua: "Kvaradona, io lo chiamo così, è un talento puro e Kimè uno dei migliori difensori della Serie A: per energia, per concentrazione, per come marca, per come colpisce di testa. Un’altra categoria...".

Tuttavia bisogna stare attenti anche a Milan, Inter e Juventus che rappresentano sempre un pericolo: "Ovviamente bisogna stare sempre attenti a Milan e Inter. La Juventus è una buona squadra, ma con quello che sta succedendo nel club diventa tutto più complicato". E sul miglior allenatore?: "Per allenare e vincere ti serve una squadra forte...Mourinho e Spalletti a rappresentare la Serie A per il premio di miglior allenatore di club? Mourinho per nome, fama, carisma, richiamo mediatico partecipa sempre a queste corse. Inoltre la Roma ha vinto la Conference League. Spalletti mi piace e m’incuriosisce: concreto, di poche parole, sa che cosa chiedere alla squadra."

Infine qualche mese fa diceva così della Juve: “Si pensava ad una Juventus in ripresa ma a mio avviso non è mai rinata. Gioca sempre nello stesso modo, mi dispiace dirlo perché dopo 9-10 anni un po’ di flessione è comprensibile ma la Juve di oggi va avanti solo grazie alla forza dei singoli, non ha un gioco, non ha un calcio studiato ed è anche colpa dell’allenatore. Se Vlahovic e Milik giocano bene, segnano e vincono, ma manca proprio il disegno di gioco. Ha vinto contro il Bologna e poi in Champions League ma appena ha trovato un avversario di spessore ha mostrato i suoi limiti“.