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ESCLUSIVA – Buriani: “Milan, per la rinascita serve un progetto chiaro. Coronavirus? Bisogna fermarsi anche in Europa”

Ruben Buriani

Buriani ha vestito la maglia del Milan dal 1977 al 1982, collezionando oltre 140 presenze e vincendo lo 'Scudetto della Stella'

Redazione Il Milanista

Di Simone De Bari

MILANO - Per affrontare i principali temi d'attualità calcistica, i microfoni della nostra redazione hanno contattato, in esclusiva, l'ex giocatore rossonero Ruben Buriani.

Che ne pensa della situazione che sta vivendo il calcio italiano?

"Trovo giusta la decisione di sospendere i campionati: la salute viene prima di tutto e dev'essere sempre considerata la priorità assoluta. Siamo in emergenza totale, gli stessi calciatori purtroppo non sono immuni dal virus, per cui è giusto fermarsi per tutelare anche tutti coloro che fanno parte del mondo del calcio".

A questo punto sarebbe giusto sospendere anche le competizioni europee?

"Assolutamente sì, anche perché siamo di fronte ad un'emergenza che riguarda tutta l'Europa e non solo l'Italia. Sarebbe giusto fermare tutto".

Condivide l'ipotesi di annullare l'Europeo pur di portare a termine la stagione?

"Sì, far finire un campionato che è stato giocato per due terzi sarebbe la mossa più logica. Davanti ad una situazione come questa è giusto, se necessario, rinviare l'Europeo pur di completare l'attuale stagione. Tutto può diventare possibile, basta ragionarci su e mettere da parte gli interessi personali di ogni club per il bene di tutti. Col buon senso si può trovare una valida soluzione".

Qualora non si riuscisse a finire il campionato, si potrebbero disputare playoff e playout: è una buona idea?

"Qualcosa si deve pur fare e questa può essere un'opzione, altrimenti si fa come nel ciclismo in cui, se viene sospesa la corsa prima di arrivare alla fine, la vittoria si assegna a chi è primo in quel momento. Anche l'annullamento senza assegnazione del titolo è un'ipotesi, ma è chiaro che in ogni caso ci può essere qualcuno che rimane scontento. In una situazione di emergenza come questa, il buon senso deve prevalere, anche se poi bisogna fare i conti col dio denaro che, sicuramente, intralcerà qualche decisione...".

Capitolo Milan: dopo il licenziamento di Boban, in società sembra regnare il caos...

"Da quando è iniziato il continuo cambio di proprietà, prima con i cinesi e adesso con gli americani, ci sono stati tanti stravolgimenti anche a livello dirigenziale che non permettono di trovare continuità. Adesso, con il fondo Elliott, la figura di Gazidis mi pare sia predominante. Tuttavia i risultati faticano ad arrivare: evidentemente la società si aspettava di più dalla parte sportiva. Non è semplice arrivare a grandi risultati in breve tempo, ma è chiaro come ora ci sia uno scollamento fra le parti. Con il licenziamento di Boban e le posizioni incerte di Maldini e Massara, la situazione è in costante evoluzione".

Come si viene fuori da questa situazione?

"Credo che i risultati arrivino da una società importante e presente, dall'unione di tutte le sue parti e da giocatori forti che riescano a fare la differenza. Attualmente il Milan ha dei giocatori che non stanno facendo la differenza. Diventa difficile programmare il futuro senza sapere in che direzione andare. Occorre un progetto chiaro. Questo compito spetta alla società, ma il Milan può e deve tornare ai suoi livelli".

Il primo passo potrebbe essere la permanenza di Ibrahimovic?

"Per ciò che ha fatto vedere sarebbe opportuno rinnovargli il contratto, ma occorre capire quali siano le reali intenzioni del club. Un conto è se si vuole costruire una squadra di giovani per il futuro, senza la smania di ottenere chissà quali risultati nell'immediato; un altro conto è avere l'obiettivo di ottenere subito grandi traguardi, in tal caso la permanenza di Ibra può essere molto utile. Tutto dipende dal progetto".

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