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Corriere della Sera – Maldini: “Il calcio doveva fermarsi prima”

Redazione Il Milanista

Il dirigente tecnico del Milan in ripresa dopo aver contratto il Coronavirus

Dopo aver rassicurato tutti sulle condizioni di salute sue e del figlio Daniel, come lui colpito dal COVID-19 Paolo Maldini è tornato a parlare del mondo del pallone e di come questo non abbia saputo affrontare in maniera adeguata l'emergenza, sottostimandola.

"Il calcio doveva fermarsi prima", ha detto a Il Corriere della Sera. "Già giocare a porte chiuse è una violenza, per i tifosi e per i calciatori. Giocare a porte aperte Liverpool-Atletico, con quattromila tifosi madrileni sugli spalti, quando già si sapeva che Madrid era un focolaio, è stata una follia. Quando si è disputata Atalanta-Valencia l’allarme non era ancora scattato, ma ora sappiamo che quella serata è una delle cause del focolaio di Bergamo".

A proposito invece della ripresa della Serie A di cui si discuterà questo martedì, il 51enne ha affermato: "Un finale di campionato ci deve essere e ci sarà. Ma quando non possiamo dirlo ora. Capisco che per la gente sarebbe uno svago prezioso, tuttavia è impossibile giocare e allenarsi senza contatto. Inoltre è giusto mettere tutte le squadre sullo stesso piano. Alcune, come la Sampdoria, sono più colpite e sono positivi alcuni tra i calciatori più rappresentativi della Juve. Non dobbiamo avere fretta. Non ci si rimette in due giorni da questo virus. Prima di tornare a giocare saranno necessarie almeno due settimane di preparazione".