Pato ai tempi del Milan
L’ex attaccante del Milan Alexandre Pato ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport proprio sulla squadra rossonera.
“Sinceramente no. L ’ultima partita l’ho disputata quasi due anni fa e di voglia di giocare non ne ho più tanta, anche se mi considero in un periodo di transizione, nel quale sto decidendo cosa fare. Il calcio mi piace ancora, ma la mia famiglia è al primo posto. Essere qui, con la maglia del Milan addosso, è comunque un piacere immenso che risveglia sentimenti belli del passato“.
“Chissà… Non credo come tecnico, o almeno questo è il mio pensiero attuale. Forse come dirigente o come proprietario di un club. Nella mia carriera ho accumulato tanta esperienza e posso metterla a disposizione dei calciatori. Vorrei farlo“.
“Ne ho avuti sia quando sono stato giovane sia nel finale della carriera. Al Milan quando ero un ragazzo cercavo sempre di accelerare il recupero perché avevo voglia di stare in campo e di aiutare i compagni. E a volte finivo per farmi male di nuovo. Pentito? No, perché sono fatto così. Gli infortuni fanno parte della vita e ti insegnano qualcosa. Se sei giù e trovi la forza per risalire, poi sei una persona migliore. Dio mi ha messo davanti tante sfide e io le ho sempre superate“.
“No, io ho già dato, anche se per la maglia del Milan avrò sempre e solo amore. Vedere Allegri su questa panchina mi fa tornare in mente bei ricordi, quelli dello scudetto vinto insieme. Avevamo una squadra di campioni come Ibrahimovic, Thiago Silva, Gattuso, Pirlo, Seedorf, Nesta e tutti gli altri. Eravamo un gruppo eccezionale e abbiamo riportato il Milan in alto. Ora spero che ci riescano questi giocatori. Il primo obiettivo deve essere la qualificazione alla Champions, poi… si vedrà. Allegri è una garanzia: di allenatori bravi come lui in circolazione ce ne sono pochi. È uguale a 15 anni fa e sa ancora farsi amare dal gruppo“.
“Al primo posto metto la doppietta nel derby che abbiamo vinto 3-0 e ci ha regalato lo scudetto. L ’Inter era in rimonta, ma quella sconfitta contro di noi azzerò le sue chance. A maggio alla finale di Champions ne ho parlato con Julio Cesar e, a distanza di tempo, l’ho preso un po’ in giro per quelle due reti che ha subito da me. Poi dico il gol dopo una manciata di secondi contro il Barcellona e la rete all’esordio con il Napoli. Li farò rivedere tutti a mio figlio quando sarà grande. Quando segnavo a San Siro, mi venivano i brividi“.
“Ho giocato nella migliore squadra del mondo, il Milan, con il forte di tutti, nonché mio idolo, il Fenomeno Ronaldo. Ho indossato le maglie del Brasile e del Chelsea, ho fatto un’esperienza importante in Cina e sono tornato al San Paolo. Il calcio mi ha dato tanto e non ho rimpianti. Se ripenso a passato, sorrido. E ora mi godo il presente“.
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