E cosa scrisse? – “Che Sheva era prendere subito. Scritto in stampatello”.
Ricorda come giocò? – “Fece una partita difensiva, ma lui e Rebrov erano di un altro pianeta. La Dinamo bloccò l’Arsenal di Bergkamp sull’1-1. Il ‘pres’ mise a disposizione l’aereo privato, voleva un parere di un certo tipo. Io e il mio vice non avevamo dubbi. Andava preso, punto. Berlusconi lo bloccò dopo quella notte. Il resto è storia”.
Sono passati 23 anni. Oggi Sheva sfida il Milan da allenatore del Genoa – “Se lo conosco un po’ non avrà dormito neanche un minuto. Parliamo di un ragazzo sensibile, introverso, di sentimenti. È troppo legato ai rossoneri, per Galliani e Berlusconi è come un figlio. Ha segnato a raffica e vinto tutto. Nei suoi occhi, oggi, ci sarà tutto ciò che ha vissuto in rossonero”.
Sette anni di gol, trofei, vittorie… allenamenti – “Non si fermava mai. Ricordo le prime sedute con noi. A fine sgambata, dopo due ore e mezza di corsa e tattica, si avvicina ai compagni e fa: ‘Tutto qui? Non c’è un’altra ora?’. Infaticabile. L’ho visto allenarsi perfino con i suoi vestiti, da solo, senza i pantaloncini”.