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Tomori: “Ibra è troppo forte, crescere al Chelsea mi ha formato”

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Fikayo Tomori ha parlato alla UEFA e ha detto: “Quando avevo circa cinque o sei anni, avevo alcuni amici della mia età nel sud-est di Londra. Mia madre un giorno riunì tutte le altre mamme e disse: ‘Diamo a questi ragazzi qualcosa su cui spendere le loro energie’. Quindi andammo in un centro ricreativo locale, dove segnai tanti gol. Poi mi trasferì al Kent e qui gli allenatori dissero: ‘È bravo, assicuratevi di portarlo in un club’. Giocai inizialmente nella squadra della mia scuola, per poi passare al Chelsea a sette anni”.

Sui primi passi al Chelsea

“Quando sei giovane, giochi solo per divertimento e non sai mai davvero fino a che livello arriverai. Poi, man mano che invecchi, ti avvicini sempre di più alla prima squadra e cominci a prendere tutto più sul serio. Crescere al Chelsea mi ha decisamente formato. Ho giocato con tanti calciatori e sono stato allenato da tecnici bravi. E poi ho avuto l’opportunità di giocare in prima squadra, un’esperienza che mi ha portato a dove sono oggi”.

Sul Milan

“Mi vengono in mente le notti di Champions League. Sfortunatamente la prima che mi ricordo è la finale di Istanbul. E poi ricordo di aver visto anche quella del 2007 ad Atene, quando vinse il Milan. C’erano tanti giocatori che ammiravo, uno su tutti era Kaká. Quindi, poter dire che faccio parte del club in cui hanno indossato la maglia rossonera certi calciatori è fantastico. Ho parlato con Paolo Maldini e mi ha detto come pensa che io possa migliorare il mio gioco in termini di posizionamento e di possesso. Avere questo tipo di persone da cui imparare e da cui prendere consigli è qualcosa che non puoi comprare. Ed in più, sapere che mi stanno guardando è sicuramente una motivazione per me”.

Su Ibrahimovic

“È troppo forte ed intelligente. Anche a quarant’anni si adatta abbastanza velocemente, ed è ancora molto acuto. Avere qualcuno come lui contro cui difendersi, qualcuno che ha giocato ai massimi livelli per quasi tutta la sua carriera, è incredibile. E averlo nella tua squadra è decisamente meglio che non avercelo perché è un vincente. Guida molto il gruppo ed alza l’asticella. Averlo intorno è sicuramente positivo”.

Redazione Il Milanista

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