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Ibrahimovic: “Leao? Gli dico che non basta quello che sta facendo”

Redazione Il Milanista

Lunga intervista di Zlatan Ibrahimovic ai microfoni di Sky, che ha parlato del suo recupero dall'infortunio e ha toccato diversi argomenti.

Lunga intervista di Zlatan Ibrahimovic ai microfoni di Sky, che ha parlato del suo recupero dall'infortunio e ha toccato diversi argomenti.

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Cosa dici ai tuoi compagni quando li vuoi caricare?

"Dipende dalla situazione. Ma queste cose sono segrete, non posso dirle, altrimenti qualcuno prende spunto. Cosa dico a Leao? Lui è differente. Quando sta facendo bene lo massacro, gli dico che non basta quello che sta facendo. Chi fa la differenza ha più responsabilità, più pressione. Ognuno ha il suo ruolo in squadra, da Leao ci si aspetta tanto, non solo fuori ma anche dall'interno. Bisogna in un certo senso manipolarlo: non è che quando sta facendo male succede perché è scarso, in quei casi si devono trovare dei punti che permettano di attivarlo ancora di più. Con lui quindi faccio un gioco contrario. Con gli altri poi dipende. Il mister aspetta nello spogliatoio e mi dà i miei minuti per sfogarmi, ma dipende dalle situazioni, non è facile o programmato"

In questo periodo in cui stai seguendo molte partite dalla panchina, ti si è accesa una lampadina per un futuro da allenatore?

"Ah, non lo sto già facendo? (ride, ndr). Comunque no, non ci ho pensato, sento che ho tanta responsabilità in questa squadra, sto aiutando la squadra fuori dal campo e dentro quando ci alleniamo, ma non posso dire che sto pensando a fare l'allenatore. Per il momento sto aiutando così, poi per un futuro da allenatore vedremo. Potrebbe essere ma potrebbe essere di no, perché c'è tanta responsabilità. E poi l'ho sempre detto: non è che se sei stato un grande giocatore con una grande carriera sarai anche un grande allenatore, è un'altra carriera e si inizia da zero. Non si hanno vantaggi perché si è Zidane, Ibrahimovic o Guardiola, bisogna iniziare da zero e fare un percorso step by step"

Il 18 gennaio ci sarà la Supercoppa italiana contro l'Inter e ti incontrerai nuovamente con Lukaku. Hai qualche messaggio da mandargli?

"No, per lui non ho messaggi. Spero che stia bene e che possa essere in campo, così come spero per me. Alla fine quello che vogliamo è essere in campo e giocare a calcio, anche se è difficile. Ma non ho messaggi, gli auguro il meglio. Pensare a lui non è un mio obiettivo, mi piace pensare a me. Quando sto bene io, gli altri hanno paura"

Prima hai parlato di un Milan secondo "al momento". Vuol dire che credi alla seconda stella già da quest'anno?

"Io credo in tutti gli obiettivi. Abbiamo la Supercoppa, il campionato, la Champions e pure la Coppa Italia. Bisogna essere concentrati su tutti gli obiettivi, perché tralasciarne uno significherebbe rilassarsi troppo. Noi invece puntiamo a tutti i trofei, poi secondo la mia esperienza, e ho vinto un po' di scudetti, dico che nella prima parte bisogna prendere più punti possibili, ma è la seconda parte quella decisiva. Quest'anno è anche un po' particolare, con questo Mondiale in mezzo a tutto e questa pausa lunga in mezzo al campionato. Vediamo, tutto può succedere"

Ti aspettavi un Napoli così forte?

"Sì, già con Gattuso il Napoli era forte e poi ha continuato con Spalletti. Quando una squadra sta a lungo insieme cresce e migliora, ora stanno tutti molto bene"

Per lo scudetto ci sono solo Napoli e Milan?

"No, secondo me anche la Juventus sta tornando anche se ha fatto un inizio così e così. E poi anche l'Inter: secondo me questo non sarà un campionato deciso dalla qualità ma dalla condizione, chi starà meglio arriverà in alto"

C'è qualcun altro in Serie A che in campo parla la tua stessa lingua?

"Kvaratskhelia sta facendo molto bene. Poi mi piace molto Amrabat della Fiorentina, forte forte. Gli altri sono già conosciuti"

Quando parli della Champions come un obiettivo, lo dici per la tua mentalità vincente o perché credi che questo Milan abbia le qualità per arrivare in fondo alla competizione? E ti interessa il fatto che con un gol saresti il marcatore più anziano nella storia della Champions?

"No, questa cosa non mi interessa. Questi record non mi danno qualcosa. Se possiamo vincere la Champions? Nel calcio a volte succedono cose che possono sorprendere. Non prendo l'esempio del Marocco, perché sapevo che era una squadra forte e lo sta dimostrando, ma ci sono cose che possono succedere che non ti aspetti. Come ho già detto, questo è un anno particolare. Noi ci crediamo, la mentalità è quella, è vero che altre squadre con cui abbiamo giocato, come ad esempio il Chelsea nei gironi, sono molto forti e hanno giocatori di un altro livello, ma noi l'anno scorso abbiamo dimostrato che con il gruppo e il collettivo si può arrivare lontano. Questa è la nostra qualità. Poi abbiamo giocatori che fanno la differenza e altri che sono cresciuti, come collettivo siamo molto molto forti. Siamo forti anche individualmente, ma lo siamo di più come collettivo. Tutto può succedere, noi ci crediamo e stiamo lavorando per questo"

Pensando al futuro, indicheresti qualcuno come giocatore fondamentale per il Milan?

"La squadra è giovane, al momento direi Leao, ma non è una sorpresa. Il suo potenziale si vedeva già quando sono arrivato, si aspettava solo che crescesse. Poi c'è anche Theo Hernandez che è cresciuto tantissimo e che ha la possibilità di vincere i Mondiali. Sugli altri, dipende molto dal livello. L'ho spiegato prima, come collettivo siamo molto forti. Individualmente, se devo prendere qualcuno, direi che De Ketelaere è forte ma bisogna dargli la possibilità di crescere e di capire il campionato e i compagni. Ma arrivare al livello di Rafa è difficile perché lui è sopra il normale. Quando Leao capirà quanto è forte, farà un altro step. Fa paura. Secondo me lui oggi non sa quanto è forte".