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Kalulu: “Mi hanno raccontato la storia del grande Milan. Con Ibra…”

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Pierre Kalulu ha rilasciato un’intervista a L’Equipe. Ecco le parole del difensore del Milan:

Sulle delusioni in Nazionale francese Under 21: “L’Europeo è stata una delusione. Anche i giochi olimpici. Fa male, in quel momento sei disgustato, ma il duro lavoro aiuta. Eravamo ansiosi di giocare contro le Isole Faroe. Ora non si ha scelta: piccolo o grande avversario che sia, bisogna giocare con la stessa intensità“.

Alcuni hanno rifiutato di partecipare all’Olimpiade:Per me è diverso. Quelli che hanno esitato ad andare si erano appena trasferiti. Avevo già giocato una stagione al Milan e, quando ne ho parlato con la direzione, erano felici per me di rappresentare il mio paese e il club. Mi hanno detto “Vuoi farlo? Ok, vai!“.

Sul ct dell’Under 21 che l’ha esaltata: “Questo è quello che sto cercando di fare. Per essere affidabile, questo è ciò che rende un grande giocatore. Cerco ogni giorno di avere un livello più alto di aspettative. Al Milan, l’allenatore (Stefano Pioli) mi spinge ad essere attento a tutto e si vedono i risultati. Nella mia gioventù, non sono mai stato il giocatore che ci si aspettava. Non sono mai stato il giocatore atteso, colui per il quale fai lo sforzo. Ero spesso nella situazione in cui il treno sarebbe partito senza di me. Ho dovuto tornare al lavoro molto rapidamente“.

Se ha mai pensato al rischio di andare al Milan ed essere dimenticato: “Sapevo che ci sarebbe voluto del tempo, ma sapevo che avrei lavorato per giocare. Non avevo paura di fallire al Milan. Poteva succedere anche al Lione e sarei stato dimenticato“.

Sui compagni del Lione: “Siamo cresciuti insieme, ci mandiamo sempre dei messaggi, è come stare con i tuoi amici d’infanzia. Ed è facile giocare con Castello (Lukeba), Max (Caqueret), Amine (Gouiri) ora al Nizza, Rayan (Cherki). È sempre un orgoglio vedere i miei ex compagni avere successero“.

Su l’addio al Lione: “Il sogno era brillare tutti assieme al Lione, ma non è successo. Se possiamo farlo in nazionale, però, è ancora meglio. A Milano, in termini di sogni, ho alzato l’asticella. Era complicato all’inizio perché ero solo, ma Milano è una città piacevole e giocare nel Milan mi ha aiutato molto“.

Sulla sua esperienza a Milano: “Devi calcolare i tuoi percorsi, evitare il centro della città durante l’ora di punta perché fa molto caldo. Molte persone che mi sono vicine mi hanno raccontato la storia del grande Milan degli anni ’90“.

Sul significato di giocare nel Milan: “Essere un difensore del Milan significa allenarmi ogni contro Ibrahimovic. È faticoso e gratificante ogni volta, sia Zlatan che Giroud vogliono sempre vincere. Quando vengono a parlarti devi mostrare l’ego e rispondere. In allenamento, se metti la spalla diventa una piccola lotta. Devi sempre avere fame di vincere. I nostri allenamenti sono da vedere: facciamo gare, duelli e grande intensità durante la partita“.

Redazione Il Milanista

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