Sull’approdo al Milan: “Mi avevano preso Mirabelli e Fassone. Mi raccontarono di voler costruire una squadra con giocatori giovani perché il club era in difficoltà. Avevo parlato anche con Gattuso che mi riteneva parte del progetto. Però poi dopo tre settimane cambiarono i dirigenti e presidente. Mirabelli e Fassone lasciarono e il club investì tanti soldi, comprando molti nuovi giocatori. Realizzai subito che per me non c’era più spazio”.
Sull’esperienza in rossonero: “Parlai tantissime volte con Gattuso, chiedendogli ‘Mister ma perché non mi fai giocare?’. Siccome in allenamento feci bene, non capii i motivi. Ma è ovvio che guardando indietro non poteva dirmi la verità. Mister Gattuso mi ripeteva sempre che doveva provare altri giocatori perché la rosa si era allargata. Un giorno venne da me e mi disse: ‘È vero che ti avevamo promesso più spazio di ma abbi pazienza’. E magari se avessi avuto più pazienza avrei avuto la mia chance. Ma decisi lo stesso di andarmene allo Standard Liège quando realizzai che il club non contava su di me. Penso che avrei meritato una chance soprattutto perché i risultati del Milan non erano buoni. Gattuso era alla ricerca del modulo migliore per la squadra, ma alla fine le cose non hanno funzionato. Ma tocca dire che non era facile per lui perché ci sono stati troppi cambiamenti all’interno del club. C’è stato una viavai di calciatori, il club prese calciatori sui quali puntava per aprire un ciclo come Paquetà”.