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Braida su CDK: “Non è che se paghi tanto un calciatore è matematico…”

Lo storico direttore sportivo del Milan, Ariedo Braida, ha parlato dei rossoneri e di De Ketelaere, rilasciando una lunga intervista a tuttomercatoweb.

“È stato un bel colpo, per tutti. Per Maldini, per Pioli, per i calciatori, per i tifosi che sono tantissimi. Alla fine è evidente che ci sia sempre un percorso da fare. Il Milan sta tornando ai vertici che gli competono, ha una grande storia ma è evidente che in qualche momento le buone notizie si interrompano, così come i risultati positivi”.

E come si torna al top?
“Magari attraverso delle buone gestioni, con coerenza. Non c’è un segreto particolare, c’è l’attività, l’organizzazione”.

Anche scegliendo bene i buoni giocatori.
“Bisogna andarli a vedere direttamente. Non bisogna fidarsi dei video, ingannano. Oppure degli algoritmi. Questi propongono dati che interessano ma che vanno valutati con l’occhio umano. È quello a decidere. L’organizzazione della società deve passare necessariamente dallo scouting, andare alla ricerca. I giocatori in giro per il mondo ci sono, bisogna scoprirli. E poi non tutti vedono le cose alla stessa maniera: quello che vedo io, magari, non lo vede un altro. Ognuno di noi ha la capacità e la sensibilità per vedere un calciatore. Perché a volte si può vedere una brutta prestazione, Messi qualche partita non la fa al massimo, quindi alle volte è umano”.

Però Maldini non ha sbagliato molto in difesa.
“Il Milan ha un buon impianto di squadra, Maignan è un portiere bravo, molto bravo. I tre difensori anche, sono veloci. Per questo dico che bisogna sempre andare alla ricerca, trovare i calciatori e migliorare sempre. Perché se uno vince una Champions non è detto che non debba rivincerne un’altra. L’appetito vien mangiando, quando si comincia a vincere non ti stanchi mai. Ti stufi di perdere”.

Può essere il caso di De Ketelaere?
“Non è che se paghi tanto un calciatore è matematico che renda tanto. Semplicemente non lo sai. Quando compri un giocatore lo conosci in parte, quando lo hai ogni giorno impari a conoscerlo. Vedi tutti i pregi che l’occhio umano non può vedere, ma anche tutti i difetti. A volte ci sono calciatori che sono bravi, hanno numericamente e matematicamente certe qualità che vengono espresse da quanti tiri fanno, quanti assist. Poi bisogna conoscerli caratterialmente, certi hanno furore agonistico, altri meno. È qualcosa che vedi con occhio clinico, l’esperienza in questi casi aiuta. Vedere le partite, andare agli allenamenti, ci sono cose che durante la partita non emergono. Ci sono situazioni da tenere conto. Il calcio, purtroppo o per fortuna, non è matematico”.

Redazione Il Milanista

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