Christian Pulisic
Christian Pulisic ha parlato a “Storie di Serie A” su DAZN in merito alla sua carriera, al Milan, ad Allegri e molto altro:
Qual è la più grande differenza del gioco in Italia rispetto a qualsiasi altro paese?
“Penso sia difficile da dire. Penso di aver imparato molto dal punto di vista tattico, ho imparato molto qui. Ho affrontato diverse squadra, si difendono tutte molto bene. È un sistema diverso, e lo è anche il modo di giocare. Penso di aver imparato tanto rispetto a quando sono arrivato”.
Ti senti molto più italiano da quando sei arrivato?
“Si, un po’ credo che sia così. Penso che sicuramente ti adatti un po allo stile di vita. Ed è molto divertente. Tra l’altro ho la nonna italiana. Mi sono sempre sentito un po’ italiano”.
Qual è il tuo piatto preferito?
“È divertente, se me lo avessi chiesto tempo fa ti avrei risposto pollo alla parmigiana o spaghetti con polpette. Ma quando sono venuto ho provato tutto e ci sono tantissime cose, è una scelta davvero difficile. Mi piace tantissimo la carbonara l. Sì difficile batterli”.
Ti chiamano Captain America. Cosa ne pensi?
“È un soprannome simpatico. Capitano del Milan? Per il momento va bene Captain America. Vedremo cosa succederà”.
Avevi un idolo quando eri piccolo?
“Si ne avevo alcuni. Quando sei piccolo segui la nazionale, uno di oro era Dempsey. Lo seguivo sempre, specie durante i Mondiali, con la nazionale. Volevo essere come lui. Mi piaceva il suo modo di giocare, la sua attitudine, il suo modo di stare in campo. Invece in Europa c’erano tanti giocatori che guardavo con ammirazione. Robert, Figo ed ovviamente Messi”.
Sull’esperienza al Milan:
“Penso di essermi sempre fidato di me stesso, anche quando avevo qualche dubbio. Ci sono stati dei periodi complicati a Londra, e lì devi credere i te stesso. Sapevo che queste occasioni, questi momenti sarebbero arrivati. Sono anche, fortunatamente, arrivato in un club che mi ha dato l’opportunità, ha creduto tanto in me. A partire dagli allenatori, dai tifosi, dai compagni. Penso che quando sei messo nelle condizioni di giocare un po’ più liberamente, hai quella fiducia. Questo significa moltissimo”.
Sei stato capace di mantenere lo stesso livello con i 4 allenatori che hai avuto a Milano. Qual è il tuo segreto?
“Anche questo è difficile da spiegare. Non cambio il mio modo di lavorare, a prescindere dall’allenatore. Penso di aver avuto una costanza e una buona routine da questo punto di vista. Il modo in cui mi alleno, mi prendo cura di me, e penso che questo mi porti ad essere costante”.
Sul rapporto con Allegri:
“Colpisce l’esperienza che ha, il modo di lavorare, sa come tirare fuori il meglio dai giocatori. È già stato qui al Milan in passato. È uno che non va nel panico. Dopo la prima sconfitta in campionato contro la Cremonese nello spogliatoio eravamo delusi. Lui non ha perso la calma, ci ha detto che eravamo solo alla prima giornata, di continuare a lavorare che avremmo trovato la strada giusta”.
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