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Pato: “Battere l’Inter in Coppa Italia darebbe energia per lo Scudetto”

Dopo aver lasciato il Milan, Pato ha girato il mondo. Ora il talento brasiliano ha trovato la sua dimensione in MLS dove gioca per la franchigia dell’Orlando City. Lui che nel 2011 decise il derby contro l’Inter regalando una vittoria importante ai rossoneri.

Era un altro Milan dove giocavano Ibrahimovic e Robinho. Ora però il papero stravede per Rafael Leao sul quale dice ai microfoni de La Gazzetta dello Sport: “Ci sentiamo ogni tanto. Ha talento e questo Milan sa avere pazienza con i giovani. Maldini è una garanzia e sa quello che serve ai giocatori”.

Con lei fu diverso?
“Io ho avuto fortuna perché ho giocato in un Milan di campioni. Questo deve ancora risalire, ma ha un futuro perché i dirigenti stanno costruendo bene. È una squadra giovane e per chi ha poca esperienza è difficile entrare in una grande squadra”.

Questo Milan però, come dice lei stesso, è diverso da quello che ha trovato lei.
“Ma è sempre il Milan. In un club di alto livello ti chiedono risultati subito e se non li ottieni ti mettono in discussione. E isolarsi è difficile: si può dire quel che si vuole, ma al 99 per cento non si può ignorare quello che dicono e scrivono su di te. Io ho capito con il tempo quanto pesava stare al Milan. Un club che mi ha dato il massimo, ma gli infortuni hanno complicato tutto il mio percorso”.

Ancelotti aveva pronosticato per lei un Pallone d’oro in breve tempo…                                    “Quando sei giovanissimo e cominci bene ti riempiono di complimenti, ma riuscire a stare con i piedi per terra è essenziale”.

Lei che cosa cambierebbe del suo percorso?
“Chiederei ai miei genitori di rimanere con me a Milano. Ripeto, il Milan mi ha dato tutto quello che poteva, ho un grande amore per il club, però nel periodo difficile ero solo. Sono arrivato giovanissimo, i miei sono stati con me per un po’ e poi sono tornati in Brasile. Fossero stati sempre con me avrei avuto più sostegno”.

Quali ricordi ha di quel derby del 2011, fondamentale per lo scudetto?
“Allora non capivo l’importanza, volevo solo andare a casa e stare tranquillo. Adesso sarebbe diverso. Il derby dà sensazioni inspiegabili e tanto orgoglio”.

Secondo lei che cosa rappresenta il derby di Milano?
“È il cuore della città, che ha la cultura, la moda, tutto. Eppure con il derby la città si ferma”.

Tornerebbe al Milan?
“A Orlando si sta bene e ho ancora un contratto, però Maldini lo sa: sarei pronto. Ora sono maturato, ho un atteggiamento diverso nei confronti del calcio e magari sarei utile nel rapporto con i più giovani”.

Il club sta cambiando proprietà: giornate complicate anche per un giocatore?
“Dipende dall’età e da quanto capisce della situazione, ma bisogna sempre farsi delle domande. Se chi compra il club ha la mentalità di investire, come faceva Berlusconi, andrà tutto bene. Vediamo come si comporteranno questi nuovi proprietari, quando arriveranno. Trovano un management che ha lavorato bene, Maldini è una garanzia. Mi auguro che ne tengano conto”.

Che cosa le manca di Milano?
“Mi mancano l’Italia e gli italiani, il calore dei tifosi. A mia moglie dico sempre, ‘un giorno ti porterò a Milano e capirai di che cosa parlo’. Per me è stata una città fondamentale: ho imparato tante cose e mi manca tutto di Milano. E mi piacerebbe tornare al Milan, in fondo in Italia ci sono tanti giocatori con una bella età”.

A proposito di età, Ibrahimovic dovrebbe continuare?
“È fondamentale perché ha il fuoco dentro. Motiva i compagni e tutti hanno paura di lui, soltanto Onyewu in quel Milan lo aveva sfidato”. Risata. “Ma le risposte adesso deve dargliele il suo corpo”.

Chi vince il derby?
“Gara difficile. Il Milan non può scivolare, per lo scudetto manca poco e il Milan può vincerlo. Battere gli avversari in Coppa Italia darebbe altra energia”.

Chi segna?
“Giroud è forte, Leao deve trovare la giocata. Lasciamo aperto il pronostico, perché con l’Inter è sempre così”.

Redazione Il Milanista

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