Tifosi rossoneri
In un editoriale sul portale calciomercato.com, Sandro Sabatini ha provato a spiegare la differenza tra “gioco” e “risultati” prendendo come esempio il Napoli di Spalletti e il Milan di Pioli.
“Gli allenatori si caratterizzano per tattiche più o meno raffinate, gestione dello spogliatoio, abilità nelle sostituzioni, strategie, preparazione della partita e studio della squadra avversaria. Poi c’è il gioco, che conta abbastanza. Ma soprattutto i giocatori, che contano di più”.
“L’esempio viene dal girone d’andata. In ordine di classifica: Napoli, Milan, Juventus, Lazio, Inter e Roma. Gli allenatori sono gli stessi dell’anno scorso. Quindi: il gioco è lo stesso, i giocatori no. E succede che… Da Koulibaly a Kim, da Insigne a Kvara, da Fabian Ruiz a Ndombelé, da Mertens a Raspadori, da Petagna a Simeone, di fatto anche da Ospina a Meret. Sono cambiati quattro titolari e due riserve: il Napoli ha 11 punti in più. Bravo Spalletti? Sì, certo. Ma ancor più bravo chi ha indovinato tutti i colpi del mercato”.
“Il Milan ha perso Kessie (rimpiazzato da Pobega), Ibrahimovic (Origi), Romagnoli (Thiaw), e poi è arrivato Dest quando s’è fatto male Florenzi, mentre gli evanescenti Castillejo e Maldini sono stati rimpiazzati dagli altrettanto evanescenti De Ketelaere e Vranckx. Considerando anche il lungo stop di Maignan, è innegabile che la squadra sia più debole rispetto all’anno dello scudetto. Risultato? Pioli era on fire, adesso qualcuno chiede perfino che venga “fired” (licenziato). Così è la vita, quando quattro acquisti sono evidentemente fallimentari e si notano 4 punti in meno”.
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