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Milan, Albertini: “Lo scudetto non si può perdere, il Derby è stato la svolta”

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Demetrio Albertini è intervenuto sulla questione scudetto in occasione dell’evento It’s Padel Time organizzato da Banca Generali. L’ex rossonero ne ha vinti cinque con il Milan dal 1991 al 1999. Queste le sue dichiarazioni:

SCUDETTO – Adesso lo scudetto può perderlo solo il Milan, anche se c’è qualche interista che mi ricorda cosa è successo a loro il 5 maggio 2001 per evocarlo. Io non sono superstizioso, ma preferisco toccare ferro. Non voglio essere banale, ma a oggi il Milan ha la consapevolezza di andare a giocare partite importanti come quella col Sassuolo; sono già due o tre gare che hanno consolidato quelle che sono state tutte le attese. Se domenica non dovessimo essere a Milano a festeggiare mi preoccuperei. Il Milan non partiva favorito prima dell’inizio della stagione, ma il bello degli sport di squadra è che si possono raggiungere obiettivi anche con fattori che vanno oltre il talento. Ecco perché squadre come il Psg non hanno ancora vinto la Champions.  Da due stagioni più il periodo post pandemia il Milan ha un rendimento di costante crescita, ha costruito una consapevolezza di squadra moto forte e crede nel suo progetto. Ci sono la gestione dei momenti di difficoltà, la crescita di giovani come Leao, Tonali e Calabria; tutti giocatori migliorati anche singolarmente”.

SCUDETTO 1999 – “Il Milan di oggi è a inizio ciclo, nel 1999 eravamo più maturi. Non avevamo fatto anni meravigliosi, ma avevamo già vinto tanto e sapevamo come gestire le difficoltà. I punti in comune tra questa e quella squadra è la gestione delle partite finali quando nessuno dà credito per lo scudetto. Noi andammo a giocare a Perugia, quest’anno vanno in casa del Sassuolo sapendo che dovranno guardare solo a loro stessi, senza pensare al risultato di altre squadre”.

MILAN – SASSUOLO – “L’ultima di campionato la vivo con serenità, il Milan ha tutto nelle sue mani e due risultati su tre a disposizione. La partita della svolta è stata il derby di ritorno, quella è la sintesi della stagione: i nerazzurri avevano in mano tutto ma il Milan ci ha creduto fino alla fine; dopo quella gara, nell’Inter sono nati i primi dubbi e i rossoneri hanno aumentato l’autostima”.

MALDINI E PIOLI – “”Ho elogiato la crescita di Maldini nella gestione, perché l’esperienza non si può comprare; ha messo tutte le sue qualità a disposizione della società che ama. Pioli fa il lavoro più difficile, perché gestire 25/30 giocatori non è semplice. Ha valorizzato i singoli anche se era in discussione, si è giocato la conferma e sono contento per lui. Essere al Milan è un punto di partenza, e sia Maldini che Pioli l’hanno fatto capire ai giocatori”. 

TONALI – “L’anno scorso l’ho difeso evidenziando un po’ di timidezza, quest’anno non lo è stato e l’ha fatto vedere. La maglia della Nazionale è il frutto di quello che si fa nel club, va meritata sul campo”.

IBRAHIMOVIC – “Da fuori è difficile dare giudizi, il suo futuro dipende da lui; poi va capito quanto il Milan voglia investire su Ibra per averlo in squadra. Io posso dirgli che sta facendo la cosa più bella del mondo, quindi se vuole continuare che lo faccia”.

 

 

Redazione Il Milanista

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