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Capello: “Il futuro di Ibrahimovic? Lo vedo come opinionista o dirigente”

Domenica sera il Milan ha chiuso il campionato e la stagione battendo 3-1 il Verona. Il club rossonero ha chiuso a quota 70 punti in classifica, con il quarto posto che vale la qualificazione alla prossima Champions League. Ma la serata di San Siro è stata anche l’occasione per salutare Zlatan Ibrahimovic. L’attaccante svedese ha annunciato l’addio al calcio giocato e ha ricevuto l’omaggio di tutti. Grande il tributo del pubblico rossonero, altrettanto quello dei compagni, alcuni dei quali visibilmente commossi. Ora però c’è anche attesa per capire quale sarà il futuro di Ibra. In conferenza stampa, lo svedese non si era sbilanciato: “Per il momento voglio godermi ciò che ho fatto. Non è giusto prendere decisioni così in fretta, ci sono troppe emozioni che passano dentro di me. Voglio riflettere di ciò che ho fatto e poi quando si calmerà la situazione vedremo. Essere direttore è una responsabilità, devi essere più limitato. Non posso venire con il Ferrari in allenamento, o forse Ibra può. Lascio il campo, non il calcio in generale. Ma se entro devo fare la scala da zero e crescere.

A proposito di questo si è espresso un ex allenatore di Ibra: Fabio Capello. L’ex tecnico ha detto la sua a Sky Sport: L’amore dei tifosi milanisti è davvero di un livello unico, è stata un’emozione pazzesca. Non sarebbe stato da Ibra scegliere una strada facile nel gennaio 2020, quando tornò al Milan. È tornato portando la sua forza, la sua personalità e trasmettendola a tutti gli altri. Ibra è cambiato alla Juventus perché voleva essere il migliore. Per lui lottare per essere il migliore è la normalità. Aspettiamo di vedere quale sarà il suo prossimo passo. Affronterà il futuro di petto, non con le scorciatoie”.

Capello ha proseguito: “Forse per la prima volta ha un timore perché non conosce ciò che lo aspetta. Sarà una scelta molto difficile e deve essere pensata bene. Tutto quello che ha fatto nel calcio gli è stato naturale per il talento che ha. In futuro il calcio è pieno di insidie e deve saper scegliere perché è un mondo pieno di squali. Potrebbe essere un grande opinionista… Oppure fare il dirigente dedicato alla squadra con un allenatore che possa aver bisogno di aiuto“.

Redazione Il Milanista

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