MILANO – Silvio Berlusconi, storico presidente rossonero, si è così espresso ai canali ufficiali del club di via Aldo Rossi in occasione dei 120 anni del Milan, soffermandosi sull’arrivo, gli allenatori, le squadre, il gioco e le grandissime vittorie ottenute.
L’ARRIVO – “Sono milanista da sempre, sono andato allo stadio con mio papà e quindi avevo il Milan nel cuore e, come tutti i ragazzi, avevo fatto del Milan e dei suoi calciatori un esempio da seguire come combattività, come impegno, come costanza nel perseguire dei risultati importanti e difficili. Dunque, quando vidi che il Milan andava di male in peggio per tutto ciò che era successo presi la decisione di entrare in campo anche io e da lì cominciò questa storia meravigliosa”.
L’INCENDIO – “Non fu una scintilla, ma un incendio: nel primo anno abbiamo gestito il Milan costruito dalla precedente proprietà, poi abbiamo fatto una campagna acquisti importante. Abbiamo incontrato Sacchi, che ci dava delle garanzie circa il modulo, il comportamento in campo e la capacità di creare un grande gruppo. Abbiamo stabilito fin da subito un programma, che in molti all’inizio hanno ritenuto troppo ambizioso, ma questo programma lo abbiamo rispettato con la vittoria dello scudetto, poi quella della Coppa dei Campioni e infine quella della Coppa Intercontinentale. Abbiamo fatto dei veri e propri esercizi spirituali, convocai tutti coloro che lavoravano nel Milan al Castello di Pomerio, dovevamo essere tutti uniti per arrivare ai nostri obiettivi”.
SU SACCHI – “Mi è piaciuto molto perchè era una persona rispettosa, umile e che rispondeva con precisione alle domande che gli venivano poste. Capii fin da subito che era la persona giusta per noi. In quel periodo, in Italia, dominava una filosofia difensivista nel calcio, soprattutto quando si andava i trasferta, dove si giocava solo di contropiede. Noi volevamo una squadra che scendeva in campo per vincere, convincere e fare tanti gol”.
SUGLI ALLENATORI – “Solo loro 3 (Sacchi, Capello e Ancelotti, ndr) sono stati gli allenatori con cui ho lavorato pienamente e raggiunto una totale sintonia. Sia per la filosofica Milan, sia per il modulo: con loro tre discutevamo insieme delle formazioni”.
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