PARIS, FRANCE - OCTOBER 25: Olivier Giroud of AC Milan gestures during the UEFA Champions League match between Paris Saint-Germain and AC Milan at Parc des Princes on October 25, 2023 in Paris, France. (Photo by Giuseppe Cottini/AC Milan via Getty Images)
Certi segnali iniziano ad assumere fattezze ben precise. Lo dicevamo ieri: il Milan ha ottenuto un punto in casa dei campioni d’Italia, eppure sembra che abbia incassato la più riprovevole delle sconfitte. Atteggiamento che fornisce la riprova di un umore sottoterra per motivazioni ancora tutte da ricercare. Poco più di una settimana fa ci si godeva la testa della classifica poi il trittico che ha cambiato stato d’animo: la sconfitta contro la Juventus, la batosta di Parigi, il pareggio – percepito come un ko – sul campo del Napoli. Che la situazione sia più complicata di quello che è ci viene suggerito anche dal modo in cui i calciatori si lasciano andare nella comunicazione verbale e non verbale.
Partiamo dalla parte non verbale: Olivier Giroud e Rafa Leao non hanno preso bene la sostituzione. Quando Pioli li ha richiamati a sedere sulla panchina del Maradona entrambi si sono lasciati andare ad un mugugno più o meno evidente. La lettura in combinato disposto con le parole dette dal francese nel post gara completano il quadro: “Dopo il primo gol loro hanno preso e fiducia e noi non sapevamo se dovevamo continuare ad attaccare o a difendere. Sono deluso”. E ancora: “Sono frustrato e arrabbiato per questo risultato: avevamo la partita in mano”. Se non è una critica aperta a Pioli, poco ci manca. Episodio che arriva pochi giorni dopo il botta e risposta a distanza tra l’allenatore rossonero e Davide Calabria in cui il primo ha contraddetto, in favore di telecamera, l’analisi del secondo.
Il Milan sta somatizzando l’insofferenza del momento complicato ed i calciatori stanno riversando questo malessere – da capire se più o meno volutamente – verso l’allenatore. Serve un faccia a faccia schietto e aperto per ricucire e ripartire il prima possibile. Magari la società potrà aiutare inserendo una nuova figura. Un collante tra area tecnica e squadra capace di tenere insieme tutti i pezzi ed evitare il crollo. Potrebbe essere Zlatan Ibrahimovic il risolutore – stavolta in una nuova veste – dei problemi del Milan.
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