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San Siro, stop ai concerti: il concessionario però esclude tali decisioni

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MILANO – Nei giorni scorsi era stata lanciata la notizia: dal 2018 stop ai concerti a San Siro. Alla richiesta sulla disponibilità del Meazza, alcuni promoter dei vari eventi musicali avrebbero ricevuto risposta negativa da M-I Stadio, società che gestisce l’impianto sportivo e formata pariteticamente da Milan e Inter. Già a luglio è arrivato il “No” alla Federazione Italiana Rugby per la partita tra la Nazionale azzurra e gli All Blacks neozelandesi. Solo calcio, quindi. Queste le indicazioni delle nuove proprietà cinesi delle due società calcistiche meneghine. Tuttavia, dal concessionario escludono che sia stata mai presa una decisione simile. Inoltre, assicurano di non aver rifiutato lo stadio a nessuno, che nessuna richiesta ufficiale sarebbe arrivata e, infine, non ci sarebbero direttive dai nuovi patron dei due club per ‘privare’ le rockstar dello stadio.

DICHIARAZIONI – In merito a tale scenario, l’assessore allo Sport Roberta Guaineri ha ammesso che “vietare la disponibilità di San Siro per gli eventi musicali sarebbe una grave perdita. Nessuna comunicazione in questo senso è arrivata al Comune di Milano da parte di Inter e Milan, ma il tema sarà sicuramente affrontato nell’ambito del primo incontro tra la nuova amministrazione e le società che gestiscono San Siro. I concerti – ha poi aggiunto – non interferiscono con l’attività calcistica e sono ben regolati a livello amministrativo per limitare il loro impatto sulla vita dei residenti. Anzi, si tratta di ottime occasioni di aggregazione e di promozione della città perché portano a Milano grandi artisti di qualità internazionale“.

MOTIVI – Stando a quanto riporta corriere.it, dietro la vicenda potrebbero esserci anche le prime schermaglie in vista della ridiscussione dei termini dell’accordo tra Palazzo Marino, proprietario dell’impianto, e i due club sulle modalità di pagamento del canone da 9 milioni di euro complessivi annui. Le società chiedono di mantenere le condizioni attuali: pagare il 30% al Comune e il restante 70% in lavori sulla struttura. L’accordo era stato raggiunto nel 2010, in vista della finale di Champions League giocata lo scorso maggio. L’amministrazione non esclude però l’ipotesi di tornare alle vecchie proporzioni: il 53,3% cash al Comune, il 46,7% in lavori. Intanto il Milan è al lavoro per piazzare gli ultimi colpi in entrata di questa sessione…

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Redazione Il Milanista

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