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Albertini: “Leao forte ma discontinuo, al Milan manca…”

L’ex giocatore del Milan Demetrio Albertini ha rilasciato delle dichiarazioni ai microfoni di Tuttosport in vista del big match dei rossoneri contro la Juventus.

Sulla sfida di sabato: “Milan-Juventus? Intanto sapete per chi faccio il tifo io. Bisogna affrontare questa sfida con la giusta interpretazione che fino a oggi non c’è sempre stata”.

Su Fonseca: “Se potrà diventare un top lo diranno i risultati. Se vincerà uno scudetto certamente sì (ride, ndr). Il lavoro dell’allenatore dipende dai risultati ottenuti nell’arco di una stagione. Se Fonseca lo troveremo nella lista dei migliori allenatori, vorrà dire che avrà vinto il campionato”. 

Sulla gestione dei giocatori di Fonseca: “A me sembra molto lineare. A volte da fuori giudichiamo quello che vorremmo e non quello che è realmente. Gestire un gruppo di giocatori nel quotidiano non è semplice, infatti io non ho voluto fare l’allenatore (ride, ndr). Quello che sta mancando principalmente al Milan è la continuità, fa partite straordinarie e poi perde punti come è successo dopo il Real Madrid. Ma quando si cambia allenatore può succedere di non raggiungere subito i risultati sperati all’inizio”.

Se il Milan è da scudetto: “Secondo me, per quello che ha fatto vedere fino a oggi, no, ma il cammino è ancora lungo. Vedo altre squadre più solide e attrezzate per poter vincere lo scudetto. E lo dico da milanista… A questa squadra manca ancora tanto. Per me per vincere lo scudetto è fondamentale come vengono gestiti i momenti negativi. Un momento di flessione arriva per tutte le squadra e la differenza la fa come viene gestito quel momento…”. 

Se bisogna avere un Milan più “italiano”: “A me il senso di appartenenza piace tanto. Una volta apparteneva più al settore giovanile, ora l’allargo all’italianità. E nel Milan secondo me manca un po’ questo”. 

Cosa può dare questa sfida al Milan: “Può dare la consapevolezza di essere una grande squadra così com’è successo dopo il successo nel derby”. 

Se Fonseca può tornare a essere a rischio: “Non si giudica il lavoro di un allenatore da una vittoria o una sconfitta. Credo che oggettivamente manchino ancora troppo troppe partite per poterlo giudicare”. 

Su Reijnders paragonato a Frank Rijkaard: “Reijnders è un buon giocatore che può diventare ancora più importante per il Milan. Sinceramente non me l’aspettavo, mi ha sorpreso positivamente. Ma il paragone con Rijkaard non regge con la storia di Franklin. È bravo, ma è un altro giocatore”.  

Su Leao: “Io vedo un giocatore forte, ma un po’ discontinuo. Deve migliorare su questo, sulla continuità, ma ha grandi potenzialità. Il giocatore forte ha la pressione, non quelli non forti”.  

Giulia Benedetti

Calciofila per passione, giornalista per professione. Amo i dettagli e verificare ogni notizia prima di metterla nero su bianco. Appassionata di BundesLiga.

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