Il ko interno del Milan a San Siro rimescola inevitabilmente le carte in chiave scudetto. La sconfitta contro la Juventus potrebbe avere ripercussioni in casa rossonera? Di questo abbiamo parlato telefonicamente in esclusiva con Enzo Bucchioni, giornalista e opinionista.
Come ti spieghi il ko del Milan nel match scudetto con la Juventus? C’è una problematica nell‘approcciare e affrontare gli scontri diretti?
“Io non metterei insieme le due cose. Se ci si riferisce alla partita contro l’Inter, quello è stato tutto un altro discorso. In quella casistica, è stato un Milan davvero brutto da vedere esteticamente. Contro la Juve, lo spartito è diverso: i rossoneri hanno fatto il loro match. È stato ingenuo Thiaw nell’espulsione e la gara è completamente cambiata, ma vogliamo dire la verità fino in fondo?”.
Prego.
“Il Milan era ampiamente rimaneggiato, ha disputato un’ottima prova sotto l’aspetto tecnico e tattico, anche in dieci. Alla fine, lo 0-0, sarebbe stato il risultato più corretto. I rossoneri hanno perso per un tiro da fuori deviato…”.
Però dietro alle sconfitte si celano sempre alcuni, seppur lievi, demeriti…
“Io, l’unica nota tattica che non ho compreso, è stata l’ingresso di Jovic al posto di Giroud. Evidentemente, il ragazzo fa vedere in allenamento cose che, poi, non riesce ha dimostrare in partita. Non mi spiego per quali ragioni Pioli non abbia scelto di far giocare Okafor”.
È un Milan che ti dà la sensazione di poter lottare su tre fronti?
“No, l’organico del Milan è troppo corto. Ci sono certi giocatori – Maignan, Giroud, Teho Hernandez e Pulisic – troppo determinanti. Si comprende proprio la differenza rispetto a quando non ci sono. Adli regista? Onore a Pioli per l’invenzione, ma l’algerino nasce e cresce trequartista. Il tecnico rossonero non se ne può inventare ogni volta una nuova…”.
Ritieni che il ko in campionato possa avere ripercussioni psicologiche nella sfida Champions contro il PSG di Donnarumma?
“No, lì mi aspetto un Milan che faccia il Milan. L’appuntamento è troppo importante. Pioli saprà fin da subito toccare le corde giuste e ripartire veloce. In Champions, i rossoneri non possono permettersi passi falsi”.