Carolina Morace, ex allenatrice del Milan femminile, oggi sulla panchina della Lazio
MILANO – Carolina Morace, tecnico del Milan Femminile, si è così espressa in un’intervista esclusiva a calciomercato.com
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Carolina Morace è laureata in legge ed avvocato: “Lo studio è aperto e vi lavorano due brave cassazioniste. Io non pratico per ragioni di serietà. Primo, il diritto si evolve e bisogna seguirlo quotidianamente. Secondo, da quando ho smesso con il calcio giocato ho sempre fatto l’allenatrice e non riesco a immaginarmi diversa”.
Al Milan sei arrivata a giugno. La società è grande e blasonata, ma nel femminile è all’esordio in serie A. Ti è stato chiesto di perseguire un obiettivo particolare?
“Non mi è stato chiesto nulla, ma per il solo fatto di essere il Milan sappiamo che dobbiamo arrivare in alto. E la cosa positiva è che le ragazze hanno afferrato subito il concetto. Il nostro capitano, Daniela Sabatino, è milanista (in realtà lo è anche Raffaella Manieri, capitano in recupero da un infortunio n.d.r.), indossare questa maglia e quella fascia non può che essere un motivo di orgoglio”.
Comunque è il primo anno di una squadra assemblata, non è vero che il Milan ha acquistato il Brescia e si sono solo cambiate le maglie.
“Sono d’accordo, ma il Milan è un grande brand e arrivare in Champions è il nostro obiettivo”.
Quindi dovete arrivare primi o secondi.
“Sì, nelle prime due”.
Anche se avete una panchina così corta?
“Perdere con la Fiorentina, per di più in dieci contro undici, ci sta. La Fiorentina è stata costruita per vincere, noi siamo nell’anno di transizione. Però sappiamo anche che siamo state elogiate per il bel gioco e sappiamo come abbiamo perso i punti. Tutte queste consapevolezze ci devono dare la fiducia nei nostri mezzi”.
Insomma mi pare che, nonostante il Milan abbia perso la testa della classifica a vantaggio della Juve, da voi nettamente battuta nello scontro diretto, non ti voglia nascondere.
“E’ giunto il momento in cui tutti si devono assumere la propria responsabilità. Adesso si vede la giocatrice di livello da quella che non lo è. Le ragazze mi conoscono, sanno come la penso, sanno soprattutto che le rispetto. Il calcio lo stanno facendo vedere, ma sappiamo anche come e dove abbiamo sbagliato”.
Allora se pronuncio la parola scudetto tu non neghi.
“Io dico che dobbiamo dare il massimo sempre perché siamo il Milan e perché abbiamo magini di crescita. Dobbiamo arrivare il più possibile vicine alla vetta. Poi se saremo seconde, terze o quarte lo dirà la classifica”.
Ho visto alcune immagini televisive in cui parlavi con il nuovo amministratore delegato Ivan Gazidis. Lo conoscevi già?
“No, ma è stato molto gentile. Mi è venuto incontro, mi ha stretto la mano e mi ha detto: “Sono onorato di conoscere una delle leggende del calcio femminile”.
E tu?
“Michele Uva mi aveva detto che sei un grande appassionato di calcio femminile”. E lui: “E’ vero, ma Michele non sa quanto”.
Chi ti ha voluto al Milan?
“E’ stato Rino (sottintende Gattuso n.d.r.). Abbiamo lo stesso legale. Se io sono qua so chi devo ringraziare”.
Quindi non prenderesti mai il suo posto?
“Non scherziamo. Ho la qualifica per farlo (l’abilitazione Uefa Pro n.d.r.), ma ne passeranno tanti di anni prima che succeda”.
Intendi che una donna guidi una squadra di serie A maschile in Italia?
“Sì, certo. Sai cosa mi ha detto una volta Walter Sabatini di cui ho una stima immensa?”
Cosa ha detto?
“Carolina so bene che potresti allenare i maschi, ma non ti chiamerei mai. Perché se fallissi, direbbero che è successo perché sei donna. E a me imputerebbero di aver scelto una donna, senza valutare la professionista che sei”.
Mi dici qual è il sistema di gioco che preferisci?
“Nella mia carriera ho usato più di tutti il 4-3-3, ma quest’anno avendo la Giuliano che per me è una trequartista, ho fatto anche il 4-3-1-2”.
Princìpi di gioco?
“Te ne dico uno solo altrimenti mi copiano. In possesso di palla il rispetto dei giusti tempi di smarcamento”.
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