FORLI, ITALY - NOVEMBER 10: Alberico Evani head coach of Italy looks on during the Four Nations tournament match between Italy U20 and Germany U20 on November 10, 2016 in Forli, Italy. (Photo by Roberto Serra/Iguana Press/Getty Images)
MATURANA E HIGUITA ATTENDONO SACCHI
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Due guru sulla strada dei rossoneri. Francisco Maturana in panchina e Renè Higuita in porta. Arrigo Sacchi e Carlo Ancelotti ben sapevano che sarebbero stati gli ostacoli principali sulla strada del titolo mondiale. Il Milan sognava il secondo titolo iridato della propria storia, ma nonostante non avesse un grande nome, l’Atletico Nacional di Medellin non era da sottovalutare. Maturana insegnava un calcio innovativo, mediaticamente veniva considerato una sorta di Sacchi del Sudamerica. Higuita era invece un portiere saltimbanco solo in apparenza, in realtà era carismatico e guizzante fra i pali.
UNA FINALE INEDITA
Il Milan aveva superato la Steaua Bucarest a Barcellona, vent’anni dopo l’ultima Coppa dei Campioni vinta a Madrid. Il Medellin aveva battuto solo ai rigori, sul suo terreno, dopo due gare di andata e ritorno, l’Olimpia di Asuncion in Finale di Libertadores, in un’edizione in cui ne il River Plate e nemmeno il Boca Juniors si erano qualificati per gli Ottavi di finale. I rossoneri avevano disputato Finali mondiali in Brasile e in Argentina, ma mai a Tokyo dove c’era tanto traffico e dove i kimono affascinavano Baresi e Van Basten. Celebre la battuta in milanese sul “ginocc” del Cigno olandese, in quei giorni giapponesi. Milan favorito, ma Milan con tutto da perdere rispetto agli outsider colombiani.
IL 17 DICEMBRE 1989 DELLA VERITÀ
Con Fuser al posto di Evani in campo dall’inizio per scelta tecnica, sotto il sole dell’Olimpico di Tokyo il Milan inizia a lavorare ai fianchi il Medellin. Ma non si passa. I rumori delle trombette giapponesi accompagnano fino ai rigori la partita più tattica del mondo, nella storia dell’Intercontinentale. Ai rigori? Proprio ai rigori? Quando ai supplementari tutto sembra scritto in quella direzione, il colpo da biliardo proprio di Evani su punizione al 119′ porta il Milan in vetta al pianeta. Adriano Galliani esulta entrando in campo e dedicando la Coppa al presidente Berlusconi, Baresi e Tassotti alzano al cielo rispettivamente l’Intercontinentale e la Toyota Cup, lo stesso Silvio Berlusconi dedica la sua lettera notturna a “tutti noi che abbiamo avuto questa avventura di intrecciare la nostra vita a un sogno che si chiama Milan”.
Fonte: acmilan.com
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