Di Giovanni Manco
MILANO – Massimo Donati, ex centrocampista del Milan nel 2001-2002 e del Parma nel 2002-2003, ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni. Ecco le sue dichiarazioni.
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Su Milan-Parma di domenica: “Il Parma sta facendo un campionato importante, sopra le aspettative. La squadra ha un’idea chiara di cosa vuole fare e sta ottenendo cose straordinarie. Il Milan sta facendo un buon campionato, non eccelso, ma tutto sommato positivo. Pronostico? Difficile perché il Parma sta facendo benissimo con un grande Gervinho. Il Milan, anche in virtù degli infortunati, faticherà. Dico 1-1″.
Sull’esperienza al Milan: “Sono arrivato che ero giovanissimo, era la squadra del mio cuore e quindi stavo vivendo un sogno. Non ho rimpianti, non mi piace parlare di rimpianti. Tuttavia, se fossi arrivato qualche anno dopo avrei avuto la possibilità di fare meglio. Per giocare nel Milan devi essere pronto anche, e soprattutto mentalmente, io probabilmente non lo ero in quel momento”.
Donati ha giocato nel Milan con Gattuso e Maldini. Cosa vuol dire averli in società adesso: “Sicuramente è un segnale importante. Sono due personaggi carismatici che conoscono il Milan ed il calcio in generale. Di sicuro averlo è un valore aggiunto. Qualche ricordo su Gattuso? Lui è un esempio. Da giocatore, con buone qualità ma non eccelse è riuscito a fare una grande carriera, questo vuol dire che caratterialmente e mentalmente ha qualcosa sopra la media. Anche da allenatore lo sta dimostrando, quello che vuole ottenere lo ottiene. La determinazione che mette nel fare le cose è da prendere in esempio, ed io lo faccio. Sia io che Gattuso siamo andati in Scozia? Sì. Io l’ho fatto due volte… A metà della mia carriera ho avuto la possibilità di andare in un club prestigioso come il Celtic, a giocare la Champions League, per me è stata un’esperienza bella ed importante che mi ha dato tantissimo. Poi sono tornato a fine carriera per prendere il patentino da allenatore, come ho fatto. In Italia il patentino lo puoi prendere solo se smetti di giocare, mentre qua ho potuto divertirmi ancora un po’ con il calcio e nel frattempo prendere il patentino da allenatore”.
Differenze tra calcio italiano e calcio scozzese: “Cambia tantissimo, tutto. Da come si affrontano le partite, all’alimentazione, a come si gestiscono i pre e post partita… Tutto. Anche il calcio è ovviamente diverso. In Scozia c’è molta meno qualità, ma in fatto di temperamento e di non mollare mai sono unici”.
Sul futuro: “Ora sono in Scozzia, vivo qua ed aspetto l’occasione giusta per allenare qua. Intanto sto vedendo tante partite, sto commentando per DAZN, sto studiando molto. Sono attesa. Se parto da qua bene, altrimenti vedremo. Hamilton? È andata bene. Alla fine era una squadra piccola, un club che puntando alla salvezza ha cercato di lanciare tanti giovani nel campionato. Io ero il più vecchio, anche più dell’allenatore, questo dice tutto (Ride, ndr). Nel complesso è stata una bella esperienza, un buon finale di carriera per me”.
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