Icardi attaccante Inter
MILANO – Mauro Icardi, dal settore giovanile del Barcellona direttamente in Italia: è questa la storia del giovane argentino. Poco spazio nel club spagnolo, complice la rivoluzione culturale del falso centravanti attuata dai blaugrana che avrebbe limitato ulteriormente lo spazio per un attaccante puro come Icardi. Ma qualcuno lo aveva notato. I primi ad arrivare sul giocatore furono Napoli e Juventus, che poi lo bocciarono. Nunzio Marchione, calabrese laureato in economia momentaneamente trapiantato a Barcellona, seguì da vicino la vicenda: “Sono stato subito colpito da Icardi. A 15 anni era già maturo e pronto a vivere fuori di casa. E naturalmente la capacità innata di partire mezzo secondo prima del difensore mettendosi dove serviva. Un fenomeno, si vedeva”.
Il Barcellona, però, continuava a non portarlo in prima squadra, nonostante i 38 gol in due stagioni nella Squadra B. “Così io che ero diventato suo agente, oltre che amico, insieme all’agente Ulisse Savini, gli promisi di trovargli un club in Italia. Lui sognava l’Inter perchè era cresciuto con il poster di Zanetti e ricordo la gioia quando festeggiammo al Camp Nou la semifinale di Champions l’anno del Triplete: avevamo Deulofeu vicino e non capiva come mai esultassimo”. Intanto il responsabile dello scout Riccardo Pecini della Sampdoria riconobbe il suo talento e lo portò in Italia: “Fu così che arrivo a Genova. Pecini fu abilissimo a cogliere dopo che Juve e Napoli lo avevano bocciato”.
Ma il feeling fra l’attaccante e i blucerchiati durò poco. E presto arrivò l‘Inter: “A Genova iniziò una cavalcata pazzesca – continua Marchione – con i 3 gol alla Juve. E dobbiamo dire grazie all’allora ds Sensibile se andò così. Infatti fu lui il primo a impuntarsi perchè Atzori lo portasse in ritiro con i grandi sebbene ci fossero tanti attaccanti a chiuderlo. Ricordo anche che mesi dopo Pellè gli fece lo sgarbo di togliere il numero 99 volendolo per sé, con Mauro che ripiegò sul 98. Tutte cose che, unite ai pochi minuti in campo, penalizzarono il feeling tra Maurito e la Samp. Se poi finiì all’Inter, però, è perchè il club voleva incassare i 13 milioni, questo penso sia stato chiaro a tutti. Certo, l’Inter era il suo sogno ma Mauro non è certo così che avrebbe voluto finisse con la Samp che aveva creduto in lui per prima”.
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