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Maldini: “Lontano dal Milan? No, da direttore dell’area tecnica…”

di Luca Spigarelli

Milan, parla Maldini

Paolo Maldini, direttore tecnico del Milan.

MILANO Paolo Maldini, direttore dell’area tecnica del Milan, è intervenuto in una diretta Instagram condivisa con l’ex compagno in rossonero e in Nazionale Bobo Vieri. Queste le sue dichiarazioni:

RIPRESA SERIE A:Bisogna prova a finire questa stagione. Se non si finisse, sarebbe un disastro. Molti non pagherebbero, i club fallirebbero. Bisogna provare, ma la priorità è la salute. Ci sarà un inizio in tutto, se ci saranno le condizioni, è giusto che ci si provi. Potrebbe sembrare presto a maggio, ma i protocolli di allenamento sarebbero rigidi, sarebbe solo allenamento atletico. La priorità resta la salute, se il governo darà l’ok Federazione e Lega faranno un calendario, restano 12 giornate e la Coppa Italia, sarebbe un finale compresso, ma è l’unica maniera per finire ed evitare reclami e proteste. Cominciare a luglio sarebbe difficile. Se non si forza, non si riparte più. E il danno economico sarà enorme“.

IL NASO ROTTO: Dopo che sono uscito io, ha fatto gol Inzaghi su assist di Rui Costa. Bobo non ricordi niente…”.

SUL MILAN DI SACCHI CHE “VINCEVA SOLO PER LA DIFESA”: “Tutti hanno ragione, difesa e attacco. Il segreto era l’allenatore visionario, giocatori fantastici e le due fasi fatte da tutti gli 11 giocatori. Era difficile trovarci impreparati. Si facevano allenamenti mirati per difendere insieme e attaccare ogni volta che c’era spazio. Andavamo in difficoltà contro squadre molto chiuse, abbiamo sofferto contro la Stella Rossa, ci avevano studiato, ci hanno dato la palla al calcio d’inizio e si sono chiusi dietro“.

LONTANO DAL MILAN?: Pensando a quello che è successo, 25 anni di carriera, quanto ho vinto, direi di no. Sono milanese, milanista, la storia di mio padre è una storia grandissima, è stato il primo capitano ad alzare la Champions. I miei figli hanno giocato qui. E’ una storia talmente bella, mi sono realizzato come calciatore e uomo qui. Non avrei potuto sognare una carriera migliore. Per andar via avrei dovuto voler andare via io la società avrebbe dovuto essere interessata a vendermi e nessuna delle due condizioni si è verificata”. Fare il dirigente in una squadra, con il figlio che si allena, ha proseguito Maldini, “non è facile, ma nella mia vita sono successe cose simili. Ho avuto mio papà allenatore. Daniel era in Primavera, Giampaolo lo ha messo in prima squadra e Pioli l’ha fatto esordire. Tutte le volte che mio papà mi parlava, a me dava fastidio. E lo stesso succede a Daniel. Se lui mi chiede qualcosa? Penso sia giusto farli sbagliare, sono iper critico con i miei figli, non è facile“.

Paolo Maldini e Zvonimir Boban, ex membro della dirigenza del Milan.

DIRETTORE TECNICO ROSSONERO: Il primo anno è stata un’esperienza bellissima, senza Leonardo mi sono sentito solo e non in grado di fare tutto. Da quando sono a capo della dirigenza sportiva, mi sono sentito a mio agio. Ci vuole esperienza, è normale, ma avendo sempre vissuto all’interno di quel mondo, viene tutto naturale. Ho sempre curato il rapporto con le persone. Non ho finito le scuole, ho avuto fortuna nella vita, a 18 anni ho studiato le cose che avevo lasciato, come l’inglese. Se mi manca giocare? Sinceramente no, ho smesso a 41 anni. L’estate che ho smesso, il giorno del ritiro ho detto: non mi chiamano? Lì un po’ ho sofferto, ero a Miami. Alla seconda partita c’era il derby, avevo una voglia di giocare. Anche contro il Barcellona. Poi non mi è più successo. Ho polpacci che sono stecchini, mi vergogno. La tensione pregara è la più bella, prima la soffrivo e ora mi manca tantissimo. Ho giocato con squadre divertenti, tra nazionale e Milan. Una risata continua. Eravamo al top della professionalità, ma ci divertivamo come pazzi“.

SUL CAMPO: A Boban e Massara ho detto: sono il giocatore più perdente della storia. Ho vinto tantissimo, 5 Champions, ma ho perso 3 finali di Champions, una di Supercoppa Europa, 3 intercontinentali, 1 finale Mondiale, Europeo e altro ancora. Ho vinto tanto, ma ho perso tante finali. Fa parte del gioco, ho accettato tutto. E’ stato brutto contro il Marsiglia, quando siamo usciti dal campo, ma dopo un comportamento non giusto. Impari tantissimo dall’esperienza calcistica. Ai miei figli dico che tutti hanno fatto fatica, anche Messi, Zidane o Maradona“.

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Redazione Il Milanista

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