Enrico Castellacci, ex medico della nazionale
MILANO – A poco più di una settimana dalla ripresa del campionato, fa ancora ancora molto discutere il protocollo sanitario stabilito dalla Figc assieme al Comitato Tecnico-Scientifico, che prevede la quarantena di 14 giorni per tutta la squadra qualora un calciatore risultasse positivo al Covid-19. Sulle frequenze di Radio Punto Nuovo ne ha parlato il dottor Enrico Castellacci, presidente dell’Associazione Medici Sportivi Italiani.
LE SUE PAROLE – “Le misure di sicurezza attuali riguardo la quarantena sono rigidi. Se la scelta di far ricominciare il campionato è stata strettamente politica, in coloro che hanno deciso c’è stata un’evoluzione mentale: il calcio è un’industria importante dell’Italia e doveva ricominciare. Ma se riparte occorre anche farlo finire. Spareggi o algoritmo? Sono alternative che non mi convincono. L’imposizione della quarantena di gruppo per 14 giorni rischia seriamente di far bloccare ancora il campionato. Ora che si avvicina la ripartenza, c’è il comprensibile incubo che su una marea di persone coinvolte, circa 300 a partita, possa uscir fuori un contagiato”.
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