ROMA – Ai microfoni de Il Milanista.it è intervenuto – in esclusiva – Tiziano Crudeli, noto commentatore di calcio e tifoso rossonero. Con lui, che ringraziamo della bella chiacchierata, affrontiamo il tema campionato e tanto altro.
Le recenti dichiarazioni di Spadafora hanno lasciato tutti molto perplessi. Si ha come la sensazione che non si sa chi debba decidere?
Noi dobbiamo comprendere che il calcio è un’azienda. Un’industria. Il calcio conta 150 mila collaboratori dipendenti, un fatturato di 4 milioni e 700 euro. Decima azienda in Italia. Bisogna usare tutte le precauzioni del caso, ma bisogna ripartire anche per una questione economica. Le squadre molto seguite dai medici, dagli staff. Ci sono i mezzi e controlli necessari per tenere tutto sotto controllo.
Spadafora ha sostenuto che in cima alle priorità ci siano prima le palestre e le attività sportive, tralasciando, invece, l’aspetto economico che si cela dietro al gioco calcio. Che idea si è fatto?
Quest’aspetto evidenzia una incompetenza, tutto fondo, della materia. Non sono partite di pallone, bisogna invece ragionare in funzione dell’azienda calcio. Bisogna ripartire, assolutamente. Con tutte le disposizioni e le cautele del caso ma urge ripartire.
In Germania tra 2 settimane riparte il campionato. Cosa c’è di diverso?
Torno a ribadire che le attenzioni che vengono in alcune nazioni sono diverse rispetto all’Olanda ad esempio. Il calcio non ha la stessa diffusione ovunque, nè la stessa importanza dal punto di vista economico. La uventus, ad esempio, conta 250 dipendenti, stessa cosa il Milan e l’Inter. Sono aziende e devono essere tutelate.
Queste misure restrittive crede possano essere applicate in tutte le squadre di Serie A?
Devono essere applicate a tutte. Servono le massime precauzioni. Il calcio è molto complesso, però bisogna rendersi conto che tutte le società interessate si stanno cautelando adeguadamente. Per me ci sono le condizioni per ripartire.
De Luca sta adottando misure molto rigide in Campania. E’ il modello da seguire?
Ci sono delle regole che devono partire dall’alto, ma serve il buon senso dei cittadini. Io vivo a Milano e mi sono reso conto che essere morbidi non ha reso. Nel momento in cui si è passati alla fase 2 bisogna continuare ad essere giudiziosi e scrupolosi. Bisogna rispettare le normative fino alla fine.
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