AMMISSIONI: “Posso dire che fra tutte le parti che sono state menzionate (Ricketts, Ross, russo e asiatico misteriosi, ndr), sono l’unico italiano, l’unico emigrante, ho i soldi, ho giocato a calcio, conosco bene lo sport, sono stato uno juventino, ma la Juve va molto bene e non ha certo bisogno di me. Sarebbe bello, come ho fatto qui alla Columbia University, poter dare un bel contributo al movimento: portare la mia esperienza da businessman americano. Come tutti ormai sanno, ho iniziato dal nulla, ho studiato con profitto e ho creato una grossa azienda“.
SULLA MANCATA RESTITUZIONE DEI 32 MILIONI DI MR LI: “Le cose sono diventate più complicare dopo che Mr. Li non ha restituito i 32 milioni a Elliott? “Probabilmente sì. Non sappiamo quale strada verrà percorsa da Mr. Li con Mr. Singer (proprietario del fondo Elliott), difficile prevedere come si concluderà questa vicenda. Fino a quando qualcuno non mi dirà qualcosa di diverso, penso che il Milan sia ancora in mano a Mr. Li. Probabilmente dovrà affidarsi a un tribunale. Ma finora il proprietario è lui. Se tratterò con lui? Non lo so. Dobbiamo prima capire chi è che tratta per lui”.
SU PAUL SINGER (strizzando l’occhio): “No, ma lo conoscono i miei advisor (Goldman Sachs) e lui (Singer) sa bene chi sono. Però non faccio promesse. Mai fatta una promessa che non posso mantenere“.
BUONI PROPOSITI: “Prima cosa che farei come proprietario del Milan? Dovrò metterci tanto impegno: non mi presenterò in Italia pensando di sapere già tutto o più degli altri che sono lì da tanto tempo. Dovrò studiare, ma sono uno che impara in fretta”.
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