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Gullit fa 60: la leggenda Orange con un posto d’elite nella storia del Milan

Ruud Gullit
Le treccine, il pallone d'oro, il simbolo del Milan di Sacchi: il Tulipano Nero è il simbolo del Milan più forte di sempre

Redazione Il Milanista

1 settembre 1962 ad Amsterdam nasce uno destinato a diventare un simbolo della storia rossonera. I tifosi lo avevano ribattezzato "Tulipano Nero". Una storica figura del giornalismo italiano, come Gianni Brera, lo aveva soprannominato "Simba" per via della sua folta capigliatura. Tutti hanno in mente l'immagine di quelle treccine scure e quel sorriso sempre presente sul volto di Ruud Gullit. La leggenda olandese spegne oggi 60 candeline. Un campione e un personaggio iconico non solo sul rettangolo di gioco. Dal Pallone d'Oro vinto nel 1987 con dedica a Nelson Mandela, alle dichiarazioni piuttosto nette da parte di Arrigo Sacchi che lo ha definito il simbolo del suo Milan. Uno spirito libero come confermerebbero le sue tre mogli e sei figli. Un personaggio pieno di contraddizioni e senza dubbio un punto di riferimento per il calcio degli anni '80.

Approda a Milano nel 1987 quando viene acquistato da Silvio Berlusconi su consiglio di Nils Liedholm, dopo un brillante inizio in patria tra le file di Haarlem, Feyenoord e PSV. L'ex presidente rossonero s'innamorò di lui, a Barcellona, vedendolo giocare nel Trofeo Gamper. Da quel momento decise di fare di tutto pur di portarlo al Milan, strappandolo alla concorrenza dei bianconeri. Con una spesa di 2 miliardi e 700 milioni di lire per aggiudicarsi il talento del Tulipano Nero.

La sua aggiunta completava il trio olandese delle meraviglie con Frank Rijkaard e Marco Van Basten per una delle squadre più forti che si sia mai vista nella storia del calcio. Un calciatore dotato di uno strapotere fisico e atletico fuori dal comune. Giocava in ogni zona del campo: dal centrocampista offensivo, alla seconda punta, mezzala mediano. Insomma, l'importante è che c'era lui. Nei suoi anni al Milan il palmares parla per lui: 3 Scudetti, 2 Coppe dei Campioni e 2 Intercontinentali, prima sotto la guida di Sacchi poi sotto quella di un altro grande maestro come Fabio Capello. Con i rossoneri resta 6 anni, prima di tornarci dopo un anno alla Sampdoria.