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Ronaldo: “Prima di andare al Milan ho chiamato Moratti, volevo tornare..”

Ronaldo Luís Nazário de Lima

Intervistato da Alessandro Del Piero per Sky Sport, l'ex attaccante dell'Inter Ronaldo ha parlato della Champions League, ma non solo. Queste le parole del Fenomeno:

Redazione Il Milanista

Intervistato da Alessandro Del Piero per Sky Sport, l'ex attaccante dell'Inter Ronaldo ha parlato della Champions League, ma non solo. Queste le parole del Fenomeno:

"Sono stato sempre umile e trasparente. In Italia abbiamo vissuto un'epoca incredibile. Sono stato trattato come uno di casa, anche gli avversari, gli amici, i compagni. Mi mancherà sempre l'Italia".

Sono molto legato all'Inter e al Real. Al Barça un anno eccezionale ed è finita male, sono uscito con un sapore amaro. Al Milan sono andato, ma prima volevo tornare all'Inter, ho chiamato Moratti. Al Milan ero già in discesa, ma esperienza incredibile. Era una società avanzata nella tecnologia, nelle infrastrutture, lavoravano meglio delle altre. Con gli investimenti che Moratti faceva non vincevamo, c'è altro dietro che permette ai giocatori di arrivare al massimo. C'era una Juve fortissima, una generazione che tutti nel mondo ne parlano ancora. Non so chi volevo provocare nel gol all'Inter con la maglia del Milan, se i tifosi o Moratti. La mia relazione con l'Inter è stata e sarà sempre bellissima".

"Sicuramente i record verranno battuti, sono fatti per questo. Però è difficile paragonare diverse generazioni. Non ci sono i criteri giusti per farlo. Io scelgo la nostra generazione senza dubbio. Eravamo in tanti forti, oggi non è che non sono forti, Cristiano, Messi, Neymar sono fortissimi, ma mancano gli altri. Non solo in Italia."

"Klopp e Guardiola ispirano tutti, io ho visto la partita con grande gioia. È stato un livello altissimo. Non so dove avrei voluto giocare, Pep non usa tanto il centravanti. Gli inglesi vivono il calcio in maniera speciale". 

"Il calcio nel fisico è migliorato tantissimo, prima ci allenavamo diversamente. Cuper mi faceva fare 4 km di riscaldamento. Io avevo una guerra contro questi allenamenti, mi faceva male correre così tanti, volevo fare più scatti. Ora non ci sono giocatori lenti, non si trova un 10 come Guti, solo tecnico. Nella nostra generazione c'era molta più tecnica, oggi gli attaccanti sono molto più protetti".

"L'infortunio mi ha condizionato, ho dovuto ricostruirmi con le mie qualità. Non sapevo se potevo recuperare. La testa è quella che è, devi adattarti per essere decisivo nelle partite negli allenamenti. È stata dura, nella testa ancora ero veloce. Il campionato italiano era il più grande riferimento mondiale. La Juve e te Del Piero mi avete ispirato e portato a fare meglio ogni giorno. Arrivo in Italia e dovevo affrontare il potere della Juve era durissima, è stato bellissimo. Ho visto un'intervista di Totti che diceva che gli è mancato giocare con me- Bello avere avversari come voi". 

"L'Italia non può stare senza Mondiale. Bisogna capire cosa non è andato bene, serve il coraggio di cambiare. Bisogna capire che il calcio sta cambiando. Italia e Brasile ne hanno di talento...".