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Platini su Pioli: “Simpatico, sveglio e serio. Un bravo allenatore”

Stefano Pioli

L'ex fuoriclasse della Juventus e presidente della Uefa Michel Platini ha concesso un'intervista a La Gazzetta dello Sport.

Redazione Il Milanista

L'ex fuoriclasse della Juventus e presidente della Uefa Michel Platini ha concesso un'intervista a La Gazzetta dello Sport. Vediamo le sue parole.

PIOLI – "Era un ragazzino quando è arrivato alla Juve, simpatico, sveglio, serio, con tutti quei riccioli: mi pare sia un po’ cambiato. Era troppo giovane per capire se poteva fare l’allenatore. Ma bravo. Come Conte e Simeone con la loro voglia di lottare, diversi da Guardiola e Klopp".

IBRAHIMOVIC – "Grande giocatore, divertente dentro e fuori dal campo, di personalità. Certo anche lui ha 40 anni e sempre più giocano fino a quell’età, come Chiellini, forse non sanno cosa fare dopo".

SULLA JUVENTUS -"Rivedo la Juve del Trap, questa di Allegri è la Juve storica. Con valori forti: un blocco concreto, unito. Una squadra che gioca in contropiede e segna di furbizia e potenza, vedi il gol di Vlahovic. Che si fonda sulla difesa, da sempre il suo Dna. Un tempo Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, poi la BBC più Buffon. Agnelli anni fa mi disse: Il problema sarà sostituirli". 

SULLA CHAMPIONS LEAGUE- "Questa mi piace, quella a 36 no. Sarà come quando c’erano due fasi a gruppi, noiosa, ma dovevano accontentare i club. Un po’ come pensare a un Mondiale ogni due anni soltanto per far soldi: il valore è nella rarità. Ma è tutto il calcio professionistico che deve cambiare governance: serve una Lega composta soltanto da presidenti. Uefa e Fifa si occupino di nazionali, di dilettanti. Ho detto Lega, non Superlega: una struttura amministrativa. Non sono d’accordo con un campionato chiuso, per pochi, che in Europa non si può fare".

SUL FUTURO NEL CALCIO-"Ho 66 anni, non stringo più mani ipocrite, mi godo moglie, famiglia, nipoti. Nel calcio non ho più sogni. Forse mi piacerebbe impegnarmi per i giocatori, affinché prendano il potere nel calcio. Ci penserei su. Non rispetto Infantino e Ceferin, ma lo dico con leggerezza: facciano quello che vogliono, io sono fuori. Invece non perdonerò mai chi mi ha accusato falsamente e fatto uscire dal calcio. Hanno vinto ma io cercherò sempre giustizia".