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Pioli a L’Equipe: “Giovani non vuol dire superficiali. Ho una squadra seria, responsabile e matura”.

Ecco le parole del tecnico rossonero alla testata transalpinna

Redazione Il Milanista

MILANO -  Il Milan di Stefano Pioli questa sera affronterà il Lille in Europa League. Il tecnico rossonero ha rilasciato un'intervista al quotidiano francese L'Equipe in vista del match di questa sera.

Se il Milan pensa allo Scudetto: “Se fossimo alla 32esima giornata in questa posizione direi di sì, invece mancano ancora tante partite e non dobbiamo deconcentrarci dal nostro obiettivo, che è quello di tornare in Champions”.

Sulle ambizioni del club“Il progetto della proprietà è chiaro: non si guarda più al passato ma al presente e al futuro. Sono stati presi calciatori giovani e forti, l’obiettivo e fargli capire cos’è il Milan per riportare la squadra in alto, ai fasti di un tempo”.

Sul Lille e il suo allenatore: “Conosco bene le squadre di Galtier, quindi anche il Lille. L’ho affrontato in Europa League nel 2015-16 quando io allenavo la Lazio e lui il Saint-Étienne. Le sue squadre sono sempre ben messe in campo e sanno fare bene le due fasi. Là davanti hanno elementi di qualità, quindi dobbiamo stare attenti”.

Su Theo Hernandez: “È uno dei migliori terzini d’Europa, ha grandi qualità fisiche e tecniche. Sa leggere bene l’ultimo passaggio e ha le potenzialità per far male agli avversari anche da solo. Sta cercando di migliorarsi ogni giorno e lo sta facendo soprattutto nella fase difensiva. È un grande terzino, sono sodisfatto di quello che sta facendo ma può ancora migliorare. Non viene convocato in Nazionale? Sono sorpreso, ma non mi voglio intromettere in quelle nelle decisioni di Deschamps. La Francia ha tanti talenti, ma Theo meriterebbe la convocazione e sta lavorando per entrare nel giro della nazionale”.

Su Ibra e la sua personalità: “Non ho mai avuto problemi con calciatori di questo livello. So bene che quando Zlatan interviene in maniera autoritaria nei confronti dei compagni non lo fa per presunzione ma per il bene della quadra. In quei casi non intervengo ma la lo lascio fare, perché so che sta portando qualcosa di positivo all’interno dell’allenamento. È estremamente facile e bello lavorare con campioni come lui, perché hanno una gran dedizione al lavoro sia dentro che fuori dal campo”.

Sulla linea verde del Milan: “Giovani non vuol dire superficiali. Ho una squadra seria, responsabile e matura. Ci sono giocatori come Donnarumma, Kessié, Romagnoli e Calhanoglu che dentro il gruppo hanno una forte personalità”.

Sulla definizione di normal one: “La semplicità è una caratteristica importante. Ho le mie idee di calcio ma cerco sempre di adattarle ai giocatori che ho a disposizione. Non sono un integralista, cerco sempre di mettere il gruppo nelle migliori condizioni possibili per poter rendere, secondo le caratteristiche tecniche dei miei calciatori”.