IlMilanista.it
I migliori video scelti dal nostro canale

news milan

“Il calcio è diventato un gioco per furbi”: Barbano non usa mezzi termini

Rafael Leao

La Gazzetta dello Sport ha riportato un pensiero che deve far riflettere e che paragona il calcio ad un gioco per furbi.

Redazione Il Milanista

Rigore o non rigore. Errore o non errore. Pensavamo tutti che il VAR potesse eliminare una volta per tutte i dubbi e le recriminazione. Invece così non è stato. Sarà per un uso improprio da parte dei vertici arbitrali i quali non usano questo strumento come dovrebbero. Sarà perché è comunque impossibile ridurre a zero l'errore anche con la presenza del VAR. fatto sta che questo nuovo strumento non ha portato ad avere meno confusione e meno proteste ma se possibile ha amplificato il tutto.

Anche i giocatori sono diventati più furbi

Gli arbitri spesso ci cascano o in Italia comunque tendono a fischiare troppo. I giocatori questo lo hanno capito e sembra sia una corsa a chi amplifica di più il contatto ricevuto. Il noto giornalista Alessandro Barbano ha fatto un'attenta analisi e in esclusiva alla Gazzetta dello Sport ha detto: "Il punto non è più se l’arbitro Fabio Maresca abbia dato un rigore inesistente al Milan e ne abbia negato uno plausibile alla Roma. Il punto è se i vertici arbitrali e federali, nazionali e internazionali, si siano resi conto che hanno trasformato uno sport in un gioco per furbi".

Il giornalista si esprime anche sull'uso del VAR

Alessandro Barbano ha poi detto in maniera netta la propria posizione rispetto alle recenti polemiche per gli errori commessi dai direttori di gara in alcune gare di cartello. Per il giornalista "un incoerente uso della tecnologia, un regolamento lasco e ambiguo, e una categoria arbitrale impreparata hanno reso il calcio una giungla dominata da cascatori e simulatori di ogni specie. Come il navigato centravanti e attore Zlatan Ibrahimovic, allo stesso agio sul palco di Sanremo e sul prato dell’Olimpico: la sua caduta a gambe larghe nel contrasto con Ibañez è un vero coup de théatre, tanto plateale e grossolano quanto rivelatore dell’abisso di confusione in cui si trovano gli arbitri italiani". Parole dure e che devono far riflettere chi di dovere.