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Milan | Bellodi racconta Seid: “Sarebbe potuto diventare un campione”

Gabriele Bellodi, Milan

Intervistato in esclusiva da Calciomercato.com, il difensore rossonero ha raccontato le sensazioni e i ricordi condivisi con Visin in campo

Redazione Il Milanista

Intervistato in esclusiva da Calciomercato.com, Gabriele Bellodi è tornata parlare della tragica storia di Seid Visin, suo ex-compagno al Milan. L'oggi difensore dell'Alessandria ha raccontato a cuore aperto sensazioni e ricordi di chi l'ha vissuto in campo e in convitto, tra Giovanissimi e Allievi Nazionali.

Il classe 2000, ancora di proprietà dei diavoli, ha voluto rendere giustizia alla memoria del suo vecchio amico e compagno, facendocelo conoscere per chi era veramente, dentro e fuori dal campo.

Il ricordo dell'ex-Milan

Bellodi ha come prima cosa svelato un po' del carattere di Seid: "Era un solitario. Quando eravamo in convitto spesso usciva da solo e si era creato un giro d'amicizia al di fuori della squadra. Aveva un carattere un po' chiuso, ma molto buono e sempre solare. Soffriva il fatto di stare lontano dalla famiglia".

Poi ha riporta il suo ricordo più bello del giovane scomparso: "Quando nel 2014, ai tempi dei Giovanissimi Nazionali, fece un gran gol e scoppiò a piangere per l'emozione. Era l'ultimo anno insieme al Milan, poi lui andò a Benevento e dopo aver girato un po' di squadre smise di giocare. Da quando era andato via avevamo iniziato a sentirci meno, anche perché al di là degli allenamenti che facevamo insieme era spesso da solo. Con lui purtroppo avevamo perso un po' i contatti".

 Gabriele Bellodi, Milan

Il difensore ha poi ammesso che se Seid fosse stato più aperto, forse tutto sarebbe andato diversamente: "Probabilmente avrebbe continuato in Serie A. Da piccolo era fortissimo, ricordo che prima che arrivasse al Milan doveva prenderlo l'Inter e lo volevano anche Arsenal e Psg".

In chiusura, il classe 2000 ha salutato il compagno, parlandogli come avrebbe voluto fare, per aiutarlo contro gli episodi di razzismo: "Gli direi di non tenersi tutto dentro, di esporre i problemi e parlarne con le persone. All'epoca eravamo piccoli e forse non capivamo alcuni meccanismo, ma adesso, a 21 anni, gli darei questo consiglio".