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Lapadula: “Non voglio deludere il Lecce, ma se il Milan mi richiamasse…”

Le parole di Gianluca Lapadula, attaccante in forza al Lecce ed ex calciatore del Milan.

Redazione Il Milanista

Lecce, parla Lapadula

MILANO - Gianluca Lapadula, attaccante in forza al Lecce con un passato con la numero 9 del Milan, ha rilasciato un'intervista esclusiva ai microfoni di Gianlucadimarzio.com.

SUL SUO SOPRANNOME: “Eravamo bambini, io e mio fratello giocavamo nella Juventus. Avevo cominciato da portiere perché era il ruolo di papà, poi mi spostarono a centrocampo perché non stavo mai fermo. Già a quei tempi, lo stile era sempre lo stesso: recuperavo palla e la passavo al compagno più vicino. Non c’era tanta qualità, ma anche da piccolo non mollavo un centimetro. Così, mio fratello iniziò a chiamarmi Sir William Wallace, come il protagonista del film.  É questo il senso di Braveheart: Sir William aveva un obiettivo, molto complicato, ma ha combattuto per provare a raggiungerlo. Indovinate com’è andata a finire...”.

SULLA SUA CARRIERA: “Un anno prima ero al Teramo, in Serie C, l’estate dopo il mio agente riceveva chiamate dai tanti club che mi volevano comprare. Ero sul punto di andare al Genoa, ma il presidente Sebastiani bloccò tutto: mi ha chiamato Berlusconi - ci spiegò - ed entro 24 ore ti vuole portare a Milano. Appena ho sentito parlare di Milan, ho accettato senza pensarci un secondo”.

SUL RIGORE SBAGLIATO IN SUPERCOPPA: “Con Montella era iniziato un bel percorso, non abbiamo fatto nulla di straordinario ma c’erano le basi per costruire qualcosa di importante. In più, abbiamo vinto la Supercoppa Italiana. Il rigore sbagliato? Non la presi bene. Pensavo ai tanti sacrifici che avevamo fatto e al dispiacere che avrei potuto causare ai miei compagni con quell'errore. I ragazzi sono stati bravi, alla fine abbiamo vinto, ma il cuore rimase diviso a metà: un po’ gioivo, un po’ continuavo ad essere triste”.

SULLA NUMERO 9 DEL MILAN:“Alla maledizione del numero 9 non ci credo, ed è inutile sottolineare quanto pesi quella maglia. Quando giochi per il Milan, la maglia è pesante a prescindere dal numero che hai scelto. Anzi, sono certo di una cosa: se un giorno il Milan mi rivolesse in squadra, pagherei pur di tornare a vestire la 9”.

SUL LECCE: "Sin dal primo giorno di ritiro, ho avvertito una grande responsabilità nei confronti di questa squadra, del ds Meluso e del presidente Saverio Sticchi Damiani. Ho trovato un gruppo straordinario, tutti credono in me e non li voglio deludere. Partita dopo partita, proviamo a mettere in pratica i consigli di Liverani, che ci dice esattamente cosa pretende da ognuno di noi. Fin qui abbiamo fatto il possibile, ma la fine del campionato è ancora lontana. Il mio ruolo? Il mister mi chiede due cose: tanto lavoro in fase difensiva e profondità quando attacchiamo, in maniera tale da esaltare la qualità dei centrocampisti che giocano dietro di me”.

SULLA PUGLIA: “Solo quest’anno ho percorso un po’ di strada verso sud. Ho trovato una terra magnifica, un mare stupendo, una città bellissima e, soprattutto,un popolo che vive per il calcio”. CLICCA QUI>Intanto, ecco tutte le principali notizie dal mondo Milan in aggiornamento live

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