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Kutuzov: “CR7 mi chiedeva spesso del Milan. Maldini? Bravissimo”

Vitali Kutuzov

Ecco le parole dell'ex centrocampista del Milan Vitali Kutuzov ai microfoni del portale GianlucaDiMazio.com

Redazione Il Milanista

Ai microfoni di GianlucaDiMarzio.it è intervenuto Vitali Kutuzov. Ecco le sue parole

TRA HOCKEY E SPORTEX -“È una piattaforma fatta per far sentire il tifoso parte del club. Farlo partecipare attivamente. È un modo per collegare il mondo del calcio virtuale con quello giocato”. Innovazione al potere. “Anche per le società può essere importante far avvicinare i tifosi, alla fine sono loro che portano una buona parte degli introiti”. E l’hockey? “Gioco spesso, ora un po’ meno tra Covid e i tanti impegni. A febbraio ho fatto anche il commentatore alle Olimpiadi. Una bella esperienza, nonostante la sveglia molto presto per seguire le partite…”.

SULLA PROMOZIONE DELLA BARI -L’ho seguito, certo. Una piazza del genere merita di tornare in alto. Credo sia assurdo che tante società storiche, come il Parma o il Pisa, siano andate incontro a situazioni simili. A questo punto penso ci sia un problema alla base del sistema. Sono uno che si è trovato bene ovunque, ma il San Nicola mi è rimasto dentro. Eravamo molto forti e avevamo un valore aggiunto: Antonio Conte. Mi ha cambiato e probabilmente allungato la carriera. Sono molto legato a lui. È riuscito a tirare fuori risorse dal mio corpo che non pensavo di avere”.

SULL'ESPERIENZA IN ROSSONERO - “Arrivare in rossonero è una cosa che ti cambia il mondo. Per me era tutto diverso, lingua, cultura, cucina. Era il 2001, ero giovane e alla prima volta lontano da casa. Ma mi è servito, è stato molto importante”.

SULLO SPOGLIATOIO ROSSONERO PIENO DI CAMPIONI - “Mi creda, spesso, più sono forti e grandi i giocatori più sono umili. Gliene racconto una. Mi si rompe il computer e ad aggiustarmelo viene Maldini. Lui era il capitano e si era messo a fare il tecnico come fosse un amico di sempre che ti fa un favore. Lui è uno che nel calcio ne ha viste di tutti i colori. È stato bravissimo nel fare le scelte giuste, soprattutto sui giovani. Se vincerà lo scudetto ci sarà solo da applaudire”.

ALLO SPORTING LISBONA CON RONALDO -“Noi eravamo due ragazzini in una squadra di campioni che aveva vinto tutto. Lui ne aveva 17, io 21. L’obiettivo era mettersi in mostra. Lui mi chiedeva del Milan e di come era allenarsi con giocatori di quel calibro. Aveva fame di arrivare, anche se ora è un giocatore diverso: al tempo era più dribblomane, oggi è completo e segna in ogni modo. Siamo stati in squadra insieme solo un anno, ma stavamo spesso io e lui. In molte occasioni abbiamo anche condiviso la stanza. Mi ricordo quando prese la prima macchina, una Mercedes che non poteva neanche guidare. Ma era incredibile la sua soddisfazione nell’arrivare al campo con un auto comprata da lui”.