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ESCLUSIVA – Collovati: “La mia Italia dell’82’ simile a questo Milan”

Fulvio Collovati
Fulvio Collovati, ex difensore del Milan, ha parlato in esclusiva ai taccuini della nostra redazione del mondo rossonero a 360 gradi.

Redazione Il Milanista

Fulvio Collovati, ex difensore del Milan, ha parlato in esclusiva ai taccuini della nostra redazione del mondo rossonero e della storica vittoria del Mondiale del 1982. Vediamo insieme le parole del campione del mondo azzurro.

- L’impresa contro il Brasile, una squadra all’ epoca considerata da tutti imbattibile. Ci può raccontare i  brividi e le sensazioni de El Mundial, difficili da spiegare a chi purtroppo non le ha vissute.

"La partita con il Brasile fa parte della storia. In quella squadra c'erano Zico, Sòcrates e Falcao. Diciamo che come gruppo, come squadra e come fame, alcune similitudini con la vittoria del Milan di questo anno c'erano. Ho seguiti i rossoneri moltissime volte, hanno vinto con non dei fuoriclasse in campo, però con giovani con molta voglia. Certe similitudini ci sono sotto questo aspetto."

-Per molti la partita contro il Brasile dell’ 82’ ha sancito l’inizio e la fine del calcio. Perché un avvenimento così bello difficilmente potrà ripetersi. Lei crede che dopo quella storica partita, ce ne siano state altre altrettanto emozionanti?

"Ci fu Italia-Germania 4-3 del 1970. L' Italia andò in finale con il Brasile, ma giocò la semifinale con la Germania. La partita fu straordinaria e  si decise ai  tempi supplementari, fecero anche dei film. Quest' ultima  e la partita dell' 82 con il Brasile sono entrate nella storia del calcio italiano".

-Vedere per l’ennesima volta l’Italia non qualificata per la coppa del mondo fa male. Crede anche lei che il problema principale sia lo scarso minutaggio dei nostri ragazzi o i problemi devono essere cercati alla base del sistema.?

"Purtroppo ad oggi il calcio italiano è questo, ci regala il frutto di ciò che abbiamo seminato.  Il problema sta alla base del sistema. Secondo me c'è poca cura del settore giovanile dei ragazzi, a 13-14 anni li fanno già sentire giocatori ma non è così. E poi bisogna avere il coraggio di farli giocare".

-Dal debutto del 1976 al 1982 ha  vestito la maglia rossonera. Con la quale conquistò anche lo storico scudetto della Stella. Questo periodo lo considera come il punto più alto della sua carriera da calciatore?

"Aver vinto a 21 anni fu come toccare il cielo con un dito. Avevamo una difesa giovanissima: io 21, Baresi 18, ed il terzino sinistro Maldera 25, fu una vera impresa. Non so se è stato il punto più alto della mia carriera ma è stata una delle mie più grandi soddisfazioni".

-Che ricordi ha del triste episodio nella gara contro il Como? Si è mai dato una spiegazione del folle gesto subito?

" E' un gesto che mi ferì, la squadra andava male. Io ero capitano, ed ero lo sfogo che il tifoso non deve mai fare, ovvero lanciarti una pietra in testa.  Sarebbe stato giusto criticarci, ma fu uno sfogo nei confronti della squadra.  Mi fece molto male ed a fine anno ci fu la separazione, incise anche questo motivo ma non fu l'unico".

-Lei fu un grandecentrale di difesa, dotato di una buona tecnica individuale ed un’ottima marcatura. Cosa ne pensa di Sven Botman, obiettivo di mercato rossonero?

"L' ho visto giocare poche volte. Io do sempre dei giudizi molto diretti, ma solo quando conosco perfettamente il giocatore. Ma se è un calciatore che è entrato nell' orbita  del campo internazionale dato che lo vuole anche il Newcastle, vuol dire che è un buon giocatore. Di difensori centrali ad oggi non ce ne sono molti, ci sono poche realtà. E' una generazione questa , non solo in Italia, dove si sfornano pochi difensori. Ad oggi si chiede la costruzione dal basso e meno la marcatura. Botman però, quelle poche volte che l 'ho visto giocare è stato molto attento, molto fisico, dato che è molto alto e prestante. Preferisco sempre però che sia testato nel nostro campionato prima di dare giudizi.

Ti faccio un esempio il Milan quest' anno è partito con Kjaer e Romagnoli poi alla fine i titolari sono diventati Tomori e Kalulu, chi se lo sarebbe aspettato? Il calcio è imprevedibile, basta una mossa e trovare un allenatore che crede in te. Il Milan quest'anno ha vinto con due centrali di 22 e 24 anni. Botman torno a  dire è un buon giocatore, però nel nostro campionato dove si è molto esigenti con i difensori voglio prima valutarlo bene".

-Quale calciatore consiglierebbe al Ds Massara, (e perché)?

"Non penso abbiano bisogno dei miei consigli (ride ndr.), quest' anno la forza del Milan è stato lo scouting. Consideriamo che Leao ha i colpi da fuoriclasse ma non è un goleador. Dato che Ibrahimovic ha la sua età, e che giocherà a gettone, lo stesso Giroud va avanti con l'età, forse una punta centrale servirebbe".

-La prossima stagione sarà fondamentale per i rossoneri. I quali avranno intenzione di riconfermarsi in campionato e vorranno fare anche bella figura in Champions League. Crede che i Diavoli possano cucirsi addosso anche il prossimo tricolore?

"No, ripetersi è molto difficile . Quello che ha fatto il Milan quest'anno è stato sorprendente sotto tutti gli aspetti. Ripetersi è  difficile perché il prossimo anno c'è la Champions League e la Juventus non vince un titolo da due anni e vorrà farsi sentire anche sul mercato con colpi grandi ( vedi Pogba.. ). Inoltre c'è l'Inter che evidentemente questo finale di stagione non gli è andato giù ed infine la Roma di Mourinho che vuole entrare nelle grandi. Il Milan dovrà compiere un altro miracolo, può ripetersi, ma significherebbe compiere un altra impresa".

(Intervista di Alessio Sbarbati.)