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Dopo il film, arriva il libro di Ibrahimovic. Lo annuncio lo svedese su Twitter

Zlatan Ibrahimovic

Zlatan Ibrahimovic, con un post su Twitter, ha annunciato l'uscita del suo nuovo libro "Adrenalina" edito da Cairo Editore

Redazione Il Milanista

Dopo l'uscita in sala del film su Zlatan Ibrahimovic, di quindici giorni fa, giovedì 2 dicembre uscirà in libreria il nuovo libro di Zlatan Ibrahimovic. Ad annunciarlo il 40enne svedese con un post su Twitter, sul quale cinguetta: "50.000 persone ti chiamano zingaro. Tu che fai?”

E già da questa frase si può capire tanto degli argomenti che il testo tratterà. Tra questi, come si evince, il razzismo: perché essere apostrofato zingaro è razzismo come lo sono gli ululati verso i calciatori di colore.

Il libro si chiamerà "Adrenalina" (edito da Cairo Editore) ed è stato scritto insieme alla firma de La Gazzetta dello Sport Luigi Garlando, già vincitore del Premio Strega 2017 con il volume "L'estate che conobbi il Che".  "Adrenalina" è il primo volume, 272 pagine, della collana dedicata allo sport curata dal giornalista e noto esperto di calciomercato Gianluca Di Marzio.

Come è noto lo svedese non hai esternato le sue emozioni, ma questo non vuol dire che l'essere appellato dai tifosi come "zingaro" non lo rende felice. L'ultimo episodio, ad esempio, è stata la partita contro la Roma all'Olimpico. Lo svedese ha risposto sul campo segnando e portando le mani alle orecchie per sentire i tifosi avversari. E per questa esultanza fu anche ammonito. Su quanto successo Ibrahimovic recentemente ne parlò così ai microfoni di Amazon: “Quando sono in campo, sentire di essere amato mi dà una carica impressionante. Ma anche l’odio mi trasmette tanto. Quando mi fanno incazzare, vado a un livello superiore: sono più attento, più concentrato, più forte, più desideroso di dimostrare qualcosa. Se mi odiano, mi migliorano. Per questo, partite come i derby mi caricano a mille e mi riempiono di una rabbia speciale che mi porta più in alto. Ma oggi ho molto più controllo di un tempo, quand’ero giovane. Anche perché i figli mi hanno dato una calma e un ritmo che prima non avevo. Fino alla nascita del primo, portavo in casa il calcio e tutta la mia rabbia. Poi sono cambiate le cose. Tornavo a casa, guardavo i bimbi e dimenticavo tutto. Ecco, loro sì che mi hanno rovesciato. Sono entrati nella mia vita e il calcio all’improvviso ha smesso di essere la cosa più importante. Contava solo che stessero bene”.