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Colombo: “Il Milan è sempre stata casa mia, loro mi hanno fatto crescere”

Lorenzo Colombo, attaccante classe 2002
Lorenzo Colombo, attaccante del Milan in prestito al Lecce, ha rilasciato un'intervista a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola.

Redazione Il Milanista

Lorenzo Colombo, attaccante del Milan in prestito al Lecce, ha rilasciato un'intervista a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Queste le sue dichiarazioni.

Sulla sconfitta dell'Italia Under 21 per 0-2 contro i pari età dell'Inghilterra: «Abbiamo imparato che la lampadina deve stare accesa 90’. Che in campo internazionale devi andare forte, sempre, in qualsiasi scatto. E che la qualità è alta ma anche che noi ci possiamo stare».

Sulla fatica che si fa a segnare nel calcio italiano: «A me sembra che gli inglesi si allenino molto di più sulle conclusioni, si focalizzano su questo. Ogni tiro che fanno, è in porta. Sono molto precisi. È una cosa che invece noi dobbiamo migliorare».

Su come si può migliorare: «Secondo me in Italia non ci si allena abbastanza nelle conclusioni. Sono gesti che devi automatizzare, che devono venire naturali. Calci calci calci e alla fine sei abituato a ritrovarti in quel tipo di situazioni. Poi certo, ci sono le capacità personali di ognuno, entrano in gioco il carattere, la personalità, rabbia. Però soprattutto non ci si allena abbastanza sul tiro».

Sul sistema di gioco in cui si trova meglio nell'Under 21: «A me piace giocare centrale. Mi trovo bene sia da solo come a Lecce nel 4-3-3 ma anche a 2, perché hai un compagno che ti supporta, fai movimenti diversi, magari uno è più tecnico e uno è più fisico. Dipende anche dai momenti della stagione».

Su Gabriel Omar Batistuta come suo modello: «Sì, perché nei Pulcini avevo i capelli lunghi e il mio allenatore di allora mi paragonò a Batistuta esteticamente, e un po’ anche per il tiro, che è un po’ la mia caratteristica principale. Io ero piccolo, Batistuta l’avevo sentito ma non sapevo esattamente chi fosse. Così sono andato a vedere i suoi filmati, a studiarmelo».

Sugli idoli più moderni: «A me piace guardarli tutti, mi piace rubare le principali caratteristiche per poi provare a replicarle. Un attaccante deve essere completo, non mi piacciono gli attaccanti solo fisici o solo tecnici. Devi avere tutto: attaccare la profondità e venire incontro, saper concludere, soprattutto deve saper fare gol. È quello che fa la differenza tra un attaccante forte uno un po’ limitato ...».

Quindi sul primo gol in Serie A in occasione di Napoli-Lecce 1-1: «Indescrivibile, non te ne rendi neanche conto, provi delle emozioni pazzesche».

Sul primo gol tra i grandi in Milan-Bodø/Glimt 3-2 dei preliminari di Europa League 2020-2021: «Me lo ricordo bene, era il mio esordio da titolare al Milan. Eravamo in periodo di Covid e Ibrahimovic risultò positivo la mattina stessa della partita. Stavamo provando le palle inattive a Milanello, arriva la notizia di Ibra, Pioli viene da me e mi dice “guarda che tocca a te stasera”. Per fortuna ho risposto bene».

Sul legame con i rossoneri: «Il Milan è stato sempre casa mia, ho fatto tutta la trafila fino alla prima squadra. Il Milan mi ha cresciuto come giocatore e come persona, e lo sento ancora parte di me».