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Amelia: “Milan, scudetto? Perché no. Colpito da Maignan: ha carattere”

Marco Amelia, ex portiere di Milan e Roma

Ecco l'intervista di Marco Amelia a La Gazzetta dello Sport

Redazione Il Milanista

Ai microfoni de La Gazzetta dello Sport è intervenuto l'ex portiere del  Milan, con i quali ha vinto anche lo scudetto, e Campione del Mondo 2006 Marco Amelia. Ecco le parole dell'ex rossonero:

È un Milan da titolo? - "Presto per dirlo dopo sole 4 giornate, ma perché no? I valori, lì in alto, si sono appiattiti. Ci sono 6-7 squadre di pari livello".

Cos'hanno i rossoneri in più delle altre? - "La costanza. E poi due squadre. Sono più completi dell’anno scorso. Pioli e il suo staff hanno creato un gruppo unico. È questa la forza”.

Ibra è sempre lì, sorpreso? - "Ma va, è infinito. Vive ancora gli allenamenti come se fossero finali. Ricordo partitelle in cui non voleva mai perdere, stimola gli altri ad andare a mille e ti trascina. La sua forza mentale resta spaventosa".

Un aneddoto di quei 7 contro 7 - "Ogni cosa era una sfida, ma mi colpì molto il giorno in cui andò via. Era più dispiaciuto di noi. Tuttora è un campione unico. Contro la Lazio ha segnato con le scarpe slacciate. Aveva intuito che quel movimento avrebbe potuto portare un vantaggio, e così è stato. A ottobre compirà 40 anni e mentalmente è ancora quello di 10 anni fa".

"Ombrello” per i giovani. Chi l'ha convinta di più? - Brahim Diaz e Tonali. Il primo mi piaceva già dall’anno scorso. Si è presentato con personalità e coraggio. Farà strada. Sandro è quel giocatore lì, invece. Talento e personalità. Non è facile passare dal Brescia al Milan, ma le qualità sono indubbie".

 Marco Amelia

L'anno scorso è stato spesso criticato - "Ha vent’anni eh, non dimentichiamolo mai. Se penso ai grandi campioni della storia rossonera, forse solo Kakà e Sheva hanno inciso subito. Altri hanno avuto bisogno di adattarsi. Chi sei mesi, chi un anno. Tonali resta un talento".

Maignan ci ha messo poco, invece - "Un bel talento. Mi ha colpito la sua sicurezza, che carattere. Non sta facendo rimpiangere Donnarumma, e non era facile".

A proposito di Gigio. Il suo addio l’ha sorpresa? - "Non conosco le dinamiche, quindi non giudico. C’è da dire che Donnarumma è il miglior portiere d’Europa. Non so come possiamo definirlo: magnifico? Unico? Il livello è quello, ma Maldini, Massara e Gazidis si sono fatti trovare subito pronti. Ed è questo ciò che conta".

Il Milan è tornato in Champions dopo 7 anni - "Peccato per la sconfitta di Anfield, ma ho rivisto lo spirito di quando c’ero io. Almeno per un po’. La piazza merita partite così".

Pioli è il "numero 10" del Milan? - "È un gentleman, molto british, non perde mai le staffe e quando alza i toni lo fa con stile. Mi piaceva già alla Lazio, quando è riuscito a portare la squadra ai preliminari di Champions dopo anni d’assenza. È il motore del Milan".

Max Allegri è in difficoltà invece, che ne pensa? - "Nel 2011 vincemmo lo scudetto, ma non iniziammo alla grande. Perdemmo a Cesena, pareggiamo in casa col Catania, 1-1 con la Lazio. Certo, alla Juve ha fatto peggio, ma non era facile. Ronaldo è andato via e le ultime stagioni sono state complicate, ma ho fiducia in Max. Ce l’ho avuto tre anni e mezzo al Milan. Trova sempre una soluzione".

E lei? Progetti per il futuro? - "L’anno scorso ho sfiorato il miracolo con il Livorno. Sarei rimasto in Serie D per riportare la piazza nel professionismo. Poi la squadra non si è iscritta e io sono rimasto senza panchina. Aspetto un’occasione, magari in C o all’estero, sulla scia dei percorsi di Enzo Maresca (Parma, ndr) e Francesco Farioli (Fatih Karagumruk, ndr). Nel frattempo continuo a guardare calcio".