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ESCLUSIVA – Melli: “Origi? Maldini difficilmente sbaglia. Su Sacchi…”

L'ex Milan Alessandro Melli
Alessandro Melli, ex attaccante rossonero, è stato intervistato dalla nostra redazione, dove ha parlato del suo Milan e di molti altri temi.

Redazione Il Milanista

Alessandro Melli, ex attaccante rossonero e del Parma, è stato intervistato dalla nostra redazione, dove ha parlato del suo Milan e di molti altri temi. Vediamo insieme le sue parole.

Il 20 novembre del 1994 il suo esordio con la maglia rossonera, nel match terminato con il risultato di 1-1 contro i nerazzurri. Che ricordi ha di quella gara e che emozioni ha provato a cavalcare il manto erboso di San Siro?

"Fu molto emozionante, perché esordire con una maglia così prestigiosa in una partita importante obiettivamente non fu molto semplice a livello emotivo. Feci anche una discreta partita e la gara terminò 1-1, rimarrà senza dubbio nella mia mente come un bellissimo ricordo."

Qual è il suo ricordo più forte di quel Milan, com’ era condividere lo spogliatoio con calciatori leggendari come Paolo Maldini e Marco Van Basten?

"Il ricordo più bello è  il derby che ho giocato. Poi purtroppo per diversi motivi non fu per me una stagione esaltante a causa di molti infortuni. Ricordo il mio primo goal, fu a Firenze all' ultima giornata. Inoltre ricordo con immenso piacere tanti campioni con cui ho avuto la fortuna di condividere lo spogliatoio ed il campo.  Alcuni ad oggi ancora li sento come Donadoni, Galli e Costacurta."

L’esperienza rossonera, seppur breve, lo ha aiutato a crescere calcisticamente?

" Tutte le esperienze fanno crescere, sia negative che positive, a maggior ragione se vai in un club prestigioso che in quei anni era il più importante. Oso anche dire che quella squadra lì negli ultimi trent'anni era la squadra più forte che ha solcato i campi di calcio. Dunque assolutamente un esperienza positiva."

Lei che è stato un centravanti, cosa pensa di Divock Origi, prossimo acquisto dei Diavoli? Mentre sul futuro di Zlatan? Crede sia giusto provare a continuare?

"Nessuno meglio di Zlatan sa cosa fare (ride ndr.). Farà ciò che la sua testa ed il suo corpo ritiene opportuno. Origi lo conosco poco, l'ho visto in qualche partita. E' un ottimo prospetto , però è tutto da vedere soprattutto nel campionato italiano. Sicuramente uno che ha indossato la maglia del Liverpool sarà un acquisto importante per il Milan. Difficilmente Maldini sbaglia".

Crede che i rossoneri nella prossima stagione siano in grado di riaffermarsi?

"Sicuramente partono tra i favoriti, sono i campioni uscenti. Gli avversari saranno i soliti, probabilmente ci sarà una Juventus che partirà diversa rispetto a quest'anno, quindi ci sarà un avversario in più. Il Milan però ha tutte le carte in regola per giocarsi un altro campionato ad alti livelli".

Durante la sua avventura al Parma, lei fu allenato da Arrigo Sacchi, il quale iniziò la propria ascesa nel calcio italiano con la squadra ducale. Dopo essersi fatto notare, Silvio Berlusconi lo chiamò per allenare la panchina rossonera. Che tipo di allenatore era Arrigo e che rapporto aveva con lui?

"Arrigo Sacchi è quel tipo di allenatore che si conta sulle punta delle dita,  il quale ha cambiato il calcio. Ho avuto la fortuna di averlo come allenatore da giovane, mi ha insegnato tanto, ma davvero tanto. E' incredibile la storia lo dice, anche i risultati e la sua carriera. Cambiò la mentalità del calcio italiano. Berlusconi, il quale ha una visione molto lontana, ha visto da prima i valori di Arrigo e lo ha fatto suo. In quel momento si sono abbinate due menti eccelse del calcio e non solo".

Nella stagione 1991-1992 ottenni il premio di Capocannoniere della Coppa Italia. In quale centravanti per caratteristiche tecniche e fisiche in Serie A si rivede?

"Fu bello vincere la classifica di capocannoniere in Coppa Italia. Quell' anno poi vincemmo la Coppa, quindi fu una doppia soddisfazione.  Se dovessi oggi rispecchiarmi in un calciatore ti direi  con le dovute proporzioni Vlahovic per il tipo di caratteristiche. Svaria in tutto il fronte d'attacco, è bravo ad attaccare la profondità  ed a venire in contro e far salire la squadra. E' logico che io ho vissuto un calcio diverso il quale era molto più importato sul marcamento a uomo. Oggi questo non esiste più."

(Intervista di Alessio Sbarbati).