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Boban: “Il Milan è ambizioso, grande sfida per me. Sul mercato…”

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Le parole di Zvonimir Boban, dirigente del Milan.

Redazione Il Milanista

Milan, parla Boban

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MILANO - Zvonimir Boban, dirigente del Milan, si è così espresso nel giorno del raduno dei rossoneri sul futuro del club: "Mi fa piacere tornare qua e rivedere questi colori. Le emozioni sono forti, ma ormai ho 50 anni, per cui non piangerò. Ripensando a cosa si è creato qua e cosa abbiamo poi vinto a San Siro è un posto molto speciale per me. Mi fa piacere rivedere tutti".

VITA IN ARRIVO: "Noi speriamo sia una vita da Milan. Non è un caso che si dica che il Milan è il Milan. Noi tutti abbiamo nel cuore di fare quello che già si sta facendo, dopo la sfortunata vendita del club qualche anno fa. Ora c'è una stabilità certa con la proprietà attuale. Si parla tanto di una società non ambiziosa, ma non è vero. Il Milan non può non essere ambizioso. Purtroppo ci sono delle restrizioni, dei prezzi da pagare. Sta a noi essere bravi e far sì che questo tempo passi veloce. Sta a noi dimostrare le capacità per poter far tornare il Milan a competere sui livelli più alti. Ce la metteremo tutta. Non ho problemi nel fallire, il problema sarebbe non provarci. Qua al Milan, soprattutto. Credo ci sentiamo un po' tutti. A parte Paolo, ci conosceremo meglio un po' con tutti. Io con Ivan (Gazidis, ndr) ci siamo incontrati tre anni nei diversi forum. Siamo anche stati da schieramenti opposti, però c'è sempre stato un grande rispetto e un bel rapporto. Faremo di tutto per dare una mano alla squadra e al nuovo allenatore per far sì che faccia bene".

PROGETTO: "Non avrei potuto vivere con me stesso se non c'avessi provato. Per questo sono qua, per provare a dare quello che so fare. Paolo mi ha chiamato, perchè Leonardo stava lasciando e aveva bisogno di un supporto diverso, di condividere con qualcuno che gli potesse dare una mano. Ho parlato anche con Ivan e ho visto che era giusto, ma sinceramente ho capito dal primo momento che avrei accettato la proposta del Milan. Già un anno fa c'era stata una telefonata, ma non era il tempo giusto.

LASCIARE LA FIFA: "Non mi è costato nulla, il Milan è una grande sfida. Forse la più grande sfida sportiva della mia vita".

GIAMPAOLO: "No, decisamente no. Il mio pensiero che ho espresso, poi condiviso con Ivan e con la proprietà, è che uno dei pochi allenatori che sai già con chiarezza che movimenti avrà la sua squadra. E' come una macchina che si muove su tutto il campo, in ogni situazione. Le sue squadre si muovono sempre bene. Adesso gli allenatori sono più gestori di spazio, anche nelle squadre più grandi che hanno vinto, come il Real Madrid. Quello che mi dà la certezza che Marco troverà la strada giusta lì dove deve essere è che capisce che senza certi giocatori, da solo il concetto non vince. E' un equilibrio delle cose, in cui i suoi concetti daranno grande forza alle qualità dei giocatori che noi dobbiamo mettergli a disposizione".

GRANDE COLPO: "Non posso rovinare il mercato (ride, ndr). Lo chiederete a Paolo. Deve esserci una crescita organica, nel tempo, ma dev'essere un Milan di maggiore qualità. Quest'anno è un anno di cambiamento, in cui l'allenatore, non avendo le coppe europee, potrà lavorare meglio con i giocatori. Adesso dobbiamo investire bene, per far sì che si possa costruire bene".

PROMESSA?: "Non posso promettere. Cercheremo magari anche di farne più di uno. Colpo può voler dire tutto e niente, devono essere giocatori funzionali al gioco di Giampaolo. Lui ci ha chiesto dei profili, noi cercheremo di dare massima qualità ai profili richiesti".

Se l'atmosfera gli ricorda qualche suo Milan: "E' diverso. L'ho vissuta con emozioni diverse e con una testa diversa. Lo vivi come un sogno quando sei calciatore. La vivo diversamente, ma con tutto me stesso. Il rossonero non può sparire, è indelebile e forte".

Sulle situazioni di Veretout e di Bennacer: "Sono buoni giocatori. Non posso sbilanciarmi, è più un lavoro di Paolo. Io faccio un po' il playmaker, passo il tempo sia con lui che con Ivan. Lavoriamo bene. Ricky (Massara, ndr) e Paolo sono più sul mercato".

Su Maldini che ha detto Donnarumma resterà "No, ieri Paolo ha detto che noi siamo felici di avere uno tra i primi tre portieri al mondo, il miglior talento al mondo come portiere. Per il momento è così, per il momento significa che la situazione può cambiare, ma non è detto che cambierà. Così io tradurrei le parole di Paolo".

Se ci sono più speranze o più certezze: "Ci sono tante speranze e ci devono essere anche delle certezze, che dobbiamo costruire. Questo, però, come dice Giampaolo, deve avvenire step by step, ma deve essere una corsa molto veloce. Per quello che ci giochiamo, della nostra immagine chi se ne frega, sinceramente. Bisogna fare tutto per fare bene al Milan e fare le scelte giuste. Bisogna lavorare e pensare tanto, abbiamo le capacità. Si può sbagliare e si sbaglierà, ma si devono fare le scelte logiche calcisticamente parlando. Poi nel venire qua e nel calarsi nell'ambiente, nel giocare a San Siro, qualcuno soffre di più rispetto ad altri. Queste cose sono successe nella storia e magari succederà anche a noi, anche se speriamo di meno. Ogni tanto vengono degli agenti e ci spiegano com'è un giocatore, sembrano dei professori. Ovviamente scherzo, fanno il loro lavoro ed è giusto che vendano i loro prodotti. Sono da rispettare, però credo che ne capiamo anche noi".

Sui tifosi del Milan: "Io mi ricordo il comunicato in cui il Milan ringraziava i tifosi perchè sono stati più di un milione. E' pazzesco. Non si è visto sempre lo spettacolo che uno si aspetta, c'è stata tanta lotta, tanta responsabilità e tanto fare da parte di Rino Gattuso. Sono rimasti fantastici, aggrappati ai colori, alla storia, alla squadra, sostenendola con amore. questo ci aspettiamo. Non ho dubbi che sarà così, però noi dobbiamo dargli soddisfazioni, di un bel gioco e di un comportamento da Milan".

Se l'obiettivo è la Champions League: "E' ovvio che l'obiettivo deve essere sempre quello di vincere tutte le partite, giocando bene. Una squadra come il Milan non può accettare di avere ambizioni medie. Non si può finire una partita accontentandosi di aver dato semplicemente tutto, però perdendo. Non è una cosa da Milan. Cercheremo di essere competitivi e di arrivare in Champions League, ma di giocare bene e costruire. Dobbiamo dare una speranza di un gioco, di una qualità e di prestazioni superiori".

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