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Giampaolo in conferenza: “C’è tanto lavoro da fare, raccolgo questa sfida con entusiasmo”

Milan: Giampaolo vuole l'arrivo di un altro centrale di difesa

Segui la diretta della prima conferenza stampa di Giampaolo da allenatore rossonero

Redazione Il Milanista

MILANO - Lo scorso 19 giugno Marco Giampaolo è diventato ufficialmente il nuovo allenatore del Milan prendendo il posto di Gennaro Gattuso. Tra pochi minuti, alle ore 17, il neo tecnico rossonero verrà presentato in conferenza stampa a Casa Milan. Segui con noi la diretta!

SUL CAMMINO DA FARE - "C'è un percorso da seguire e devono starci dentro tanti giocatori. Ci sono degli step da seguire, inizialmente dobbiamo conoscerci: fanno prima 25 giocatori a conoscere me che viceversa. Il lavoro sarà lungo, il tempo può essere sia il mio primo amico che il mio primo nemico. Ci sono delle fasi da svolgere per poter raggiungere degli obiettivi. Io per i giocatori devo rappresentare un'idea, ma soltanto loro la possono realizzare. La cosa fondamentale è lavorare, lavorare e lavorare".

SU DONNARUMMA - "E' un giocatore fortissimo. Io raramente chiedo le maglie dei giocatori: tre anni fa chiesi proprio quella di Donnarumma. Del suo futuro, però, non sono io a doverne parlare".

SU MALDINI, BOBAN E MASSARA - "Sono stati calciatori di altissimo livello, conoscono benissimo il calcio. Mi confronto con loro sul mercato per trovare giocatori funzionali al nostro programma. Ho fiducia nelle loro conoscenze e nelle loro esperienze: raramente sbagliano un innesto. I loro suggerimenti sono sempre molto pertinenti e precisi".

SULL'ESCLUSIONE DALL'E.L. - "Ci dispiace molto non disputare l'Europa League, però avrò l'opportunità di lavorare più serenamente durante le settimane per preparare le partite di campionato".

SU ANDRE SILVA E CUTRONE - "Mi sembrano giocatori diversi per caratteristiche, ma sono entrambi di ottimo livello. Devo capire come metterli insieme, devo vedere bene quelle che sono le loro principali caratteristiche, ma sono attaccanti molto bravi".

SU PRAET - "E' un giocatore che conosco perché l'ho allenato, lo stimo molto, ha qualità importanti. Tuttavia credo che siamo coperti in quel ruolo. Vedremo che succederà".

SULLA SAMP - "Ringrazio la Sampdoria e il Presidente Ferrero perché mi hanno messo in condizione di far bene il mio lavoro. Ho vissuto anni intensi a Genova e sono grato a Ferrero anche per avermi liberato dal contratto che avevo, permettendomi di firmare con il Milan".

SU THEO HERNANDEZ - "E' un calciatore per il quale il club ha fatto una ricerca importante, individuando in lui un elemento di qualità. E' molto giovane, io sono stato chiamato anche per far crescere i giovani talenti con grande qualità. Anch'io son curioso di capire che tipo di giocatore sia, perché secondo me può diventare uno dei migliori nel suo ruolo nel giro di qualche anno".

SUI COMPLIMENTI RICEVUTI - "Quando sei stimato dalle persone aumentano le responsabilità, perché sei in condizione di non dover tradire la fiducia. Se ho paura di qualcosa? Sì: di non arrivare in orario domani all'allenamento (ride ndr)".

SU SUSO - "E' un giocatore di qualità, lo valuterò come tutti gli altri. Ha doti importanti e cercherò di farlo rendere al meglio. Come ho detto, non mi fossilizzerò sul modulo ma sulle caratteristiche dei giocatori, provando a metterli nelle condizioni migliori per potersi esprimere".

SUL BENE DEL CLUB - "Sarà fondamentale mettere il Milan al primo posto: ognuno deve lavorare per il bene della squadra, mettendo in secondo piano gli interessi individuali. Non ci saranno prime donne o privilegiati: metterò tutti sullo stesso piano pensando esclusivamente al bene del club. Mi piacciono i giocatori con voglia di lavorare e ottenere grandi risultati: questi sono fattori fondamentali per arrivare a vincere".

SUL MODULO - "Non partirò dal modulo, ma dalle caratteristiche dei giocatori. Prima voglio conoscere bene gli elementi della squadra e le loro caratteristiche, poi il modulo sarà scelto di conseguenza".

SULLA ROSA ATTUALE - "La nostra rosa è molto giovane: una delle più giovani di tutto il campionato. Voglio conoscere bene tutti gli elementi che avrò a disposizione. Voglio capire chi possa rientrare nei nostri piani ed essere funzionale alle nostre idee, e chi invece no. Devo capire con chi ho a che fare. Il mio primo obiettivo è quello di motivare i ragazzi dando loro grandi ambizioni. Occorre costruire una squadra che non abbia paura ma che abbia tanto entusiasmo e voglia di stupire. Chiaramente ci vorrà del tempo, ma è una sfida che raccolgo con enorme piacere".

SULLA SUA FILOSOFIA - "Testa alta e giocare a calcio. Mi piacciono giocatori affidabili, motivati e con ambizioni. Giocatori che abbiano voglia di esser ricordati per ciò che fanno. Vogliamo offrire un gioco apprezzabile, uno spettacolo piacevole, ma è ovvio che devono esserci dei risultati. Tuttavia non parto dalla fine, ma cerco di programmare un passo alla volta giorno dopo giorno. Ora il mio primo pensiero è domani. Il nostro progetto deve essere condiviso e deve creare una mentalità riconoscibile da tutti. Voglio proporre un calcio in cui il calciatore sia protagonista".

SUL GIOCO - "Il Milan ha sempre cercato di giocare a calcio: ha raggiunto grandissimi risultati attraverso un'identità ben precisa. Penso che le grandi squadre debbano avere un'identità. Il percorso è lungo, gli obiettivi sono tanti e ho in testa molte cose. I giocatori devono riconoscersi in ciò che fanno e devono esser riconoscibili dagli altri. Tuttavia, nessun allenatore riuscirà mai a proporre un bel calcio senza giocatori di qualità. Per esprimere un gioco divertente, servono elementi di livello, che ti permettano di giocare in un certo modo. Abbiamo già delle ottime basi, anche nello scorso campionato il Milan mi ha impressionato in alcune occasioni per la qualità messa in campo".

SUL MILAN - "Sono felice ed onorato di essere qui ad allenare il Milan. Uno tra i club più conosciuti al mondo, con una storia gloriosa. Per me è una grande opportunità, che credo di essermi meritato con lavoro e sacrificio. Ora devo portare avanti il mio percorso sul campo. Quando Maldini mi ha chiamato ero appena salito in barca con amici, stavamo per partire verso la Croazia: li ho lasciati e sono tornato indietro per andare a prendere il primo volo in direzione Milano. Ringrazio il club per la fiducia".